Carlo Goldoni
La putta onorata

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

Il marchese Ottavio, poi Lelio

 

OTT. Mi basta che sia spiritoso in questo, poi mi saprò prevalere della sua dabbenaggine. Ma gran temerario di quel vecchio! Deridermi? Minacciarmi? Ed io soffrirò una simile ingiuria? Non sarà mai vero, mi voglio vendicare. Voglio fargli vedere chi è il marchese di Ripaverde. Dirmi che sa maneggiare la spada? Come non vi fosse differenza fra lui e me? Come se un mercante potesse sfidare alla spada un cavaliere? Gli farò romper le braccia, e poi metter mano alla spada.

LEL. Oh che vino! Oh che vino! Dicevano che a Venezia non v’è vino buono; ed io dico che il vino vicentino è migliore del vino di Chianti, che si beve a Livorno.

OTT. Costui mi pare una certa figura... Galantuomo, vi saluto.

LEL. Servo di vostra eccellenza. (Questo sarà qualche gran signore). (da sé)

OTT. Siete forestiere?

LEL. Livornese, ai suoi comandi. (Non mi voglio dar a conoscere). (da sé)

OTT. Se è lecito, che mestiere è il vostro?

LEL. Il vagabondo, per servirla.

OTT. Bel mestiere!

LEL. Bellissimo. M’è sempre piaciuto.

OTT. Ma come lo esercitate?

LEL. Come posso.

OTT. Giocate?

LEL. Qualche volta.

OTT. (Costui all’aria dovrebbe essere qualche sicario). (da sé)

LEL. (Mi dispiace che non ho più danari, e se vado da mio padre, ho finito il buon tempo). (da sé)

OTT. Perdonatemi la confidenza con cui vi parlo: come vanno presentemente le vostre faccende?

LEL. Male assai.

OTT. Avete bisogno di denari?

LEL. (Non ne ho bisogno, ma necessità). (da sé) Vi dirò, signore: io, in un mese, fra giuoco, osteria e qualche altro picciolo divertimento, ho mangiati cento zecchini, la spada, l’oriuolo, i vestiti, la biancheria; e non ho altro che quello che voi vedete.

OTT. Dite, amico, come vi piace menar le mani?

LEL. Quando porta l’occasione, non mi faccio stare.

OTT. Avreste difficoltà di dar quattro bastonate ad un vecchio?

LEL. Niente affatto.

OTT. Bene, se risolvete di farlo, vi darò un paio di doppie.

LEL. (Un paio di doppie nel caso in cui sono, mi danno la vita). (da sé) Io non lo faccio per interesse; ma per non parere superbo, le prenderò.

OTT. La sorte ci favorisce. Eccolo che viene. Bastonatelo, ma non lo ammazzate, e ditegli che il marchese di Ripaverde lo riverisce.

LEL. Sarete servito. Ma poi...

OTT. E poi venite al caffè qui vicino, che segretamente vi darò le due doppie. Vecchio pazzo, conoscerai chi sono. (parte)

 

 

 


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