Ed io dico di sì; che impertinenza!
Son padrone in casa mia
D'alloggiar chi pare a me;
E se loco più non c'è... (a Giacinto)
Via, scrivete - concludete... (al
Segretario)
L'esibisco di buon cor. (dettando)
Non mi fate più il dottor. (a Giacinto)
Non mi resta che gloriarmi (dettando)
Vostro amico e servitor.
Insolente seccator. (a Giacinto)
Date qui, leggerò, (prende il foglio
dal Segretario)
E doppoi scriverò.
Che faceste? che scriveste? (al
Segretario, leggendo quel che ha scritto)
L'esibisco di buon cor. (legge barbottando piano, accompagnato dalli stromenti)
Non mi fate più il dottor.
Non mi resta che gloriarmi
Vostro amico e servitor,
Insolente seccator. (a Giacinto)
Ignorante, via di là. (al Segretario)
Insolente, via di qua. (a Giacinto che
ride)
Via di qua, via di là. (a tutti due)
Che ignoranti, - che birbanti,
Che mi tocca sopportar!
Non li posso tollerar.
Via di qua, via di là. (li due partono)
Non li posso tollerar. (parte)
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