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Donna Emilia, poi Livietta, indi il Cavalier Gandolfo
EMIL. |
S'egli mi amasse ancora Come un tempo mi amò, doveva subito Venir, qual si conviene... |
EMIL. |
Cavalier, ben venuto. |
All'una e all'altra il mio dover tributo. Permettete, madama... (donna Emilia gli offre la mano) Facciamo il complimento oltramontano. |
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EMIL. |
No, Cavalier, codesto (ritirandosi) Non è lecito ancor. |
Io, che ho viaggiato, Il costume cambiar del mio paese. Questa dama chi è? |
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EMIL. |
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Degna non ne son io. |
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Permettete ch'io faccia il dover mio. (le bacia la mano, e donna Emilia freme) |
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EMIL. |
È qualche tempo |
Sono ancora zitella. |
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Non perdete così l'età più bella. (a Livietta) Ha nessun che la serva? |
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EMIL. |
Signor no. |
EMIL. |
Trattamento miglior far non sapete? |
Ma di che vi dolete? |
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EMIL. |
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Dappertutto, madama, or che ho viaggiato. |
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Un altr'uomo, un altr'uomo io diventai. (pavoneggiandosi) |
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EMIL. |
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EMIL. |
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Ditemi un poco, Ma con sincerità: |
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EMIL. |
Di voi mi maraviglio; |
EMIL. |
Perché? |
Non intendete? Il Cavalier, viaggiando |
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Bravissima! A Parigi Voi sareste adorata. |
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EMIL. |
Vi par di quel ch'io sono, Servitevi con lei. |
EMIL. |
Tollerar più non posso. |
Voi serva? |
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Sì signore. |
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Non siete dama? |
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Oibò! |
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EMIL. |
Vel spiegherò. Quella cui di servir voi destinaste, È la mia cameriera. |
EMIL. |
A amoreggiar la cameriera andate. |
Quale sdegno è cotesto? Chiamasi in Inghilterra una pazzia. Divertitevi, cara, un poco più, Finché dura bellezza e gioventù.
Vi parla così. Voi siete bellina, |