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ATTO PRIMO
SCENA UNDICESIMA Dalla porta in fondo al cortile vedesi arrivare la Marchesa con Servitori e Lacchè. Il Cavaliere la serve di braccio, e Don Fabrizio la seguita, offerendosi servirla dall'altra parte, ed ella non gli bada, facendosi tutto questo con un poco di sinfonia. Giacinto fa portar li bauli, complimentando la servitù della Marchesa
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Dalla porta in fondo al cortile vedesi arrivare la Marchesa con Servitori e Lacchè. Il Cavaliere la serve di braccio, e Don Fabrizio la seguita, offerendosi servirla dall'altra parte, ed ella non gli bada, facendosi tutto questo con un poco di sinfonia. Giacinto fa portar li bauli, complimentando la servitù della Marchesa.
Sì, madama: Subito, servitori, Ova fresche, tè lungo e il cioccolato. |
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FABR. |
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Chi è quest'uom sgarbato? (al Cavaliere, accennando don Fabrizio) |
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FABR. |
Son io quel che ha l'onore |
Così è; Ma lasciatevi pur servir da me. |
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Datemi il samparelie. (al Cameriere) |
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Io, io, madama. Ecco, scegliete il più gradito odore. (le offre varie boccette di odori) |
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Troppo gentile. |
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Vostro servitore. |
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FABR. |
Si sente mal? vuol che le diamo un brodo? (alla Marchesa; la Marchesa guarda don Fabrizio, poi ridendo si volta al Cavaliere) |
S'ha da star qui? che ceremonia è questa? |
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FABR. |
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Bastami un solo.
Non mi voglio insudiciar). (da sé) Dell'onore, - del favore (al Cavaliere) Di volermi accompagnar. Presto presto; - se più resto, Qualche male mi verrà. (parte servita dal Cavaliere, senza badare a don Fabrizio) |
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FABR. |