Carlo Goldoni
Il viaggiatore ridicolo

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   Donna Emilia e il Conte

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SCENA SECONDA

 

Donna Emilia e il Conte

 

CON.

Donna Emilia, che dite? Il pianto, il sangue

Impiegherò, se occorre,

Per ottener la bella mano in dono.

EMIL.

Oimè, confusa io sono,

E risolver non so.

CON.

Basta per or che non mi dite no.

EMIL.

Non merta il vostro affetto

Che un'ingrata io sia.

CON.

Pietade avete?

EMIL.

Ma... vi basti così, più non chiedete.

CON.

Posso almeno sperar d'esser gradito?

EMIL.

Avete un fondamento

Per sperarlo davver.

CON.

Sì, mi lusingo

In quel bel volto ed in quel core umano.

EMIL.

Qualche volta, signor, si spera invano.

CON.

Ecco il sospetto mio. Speranze vane,

Ite pur dal mio sen, ite lontane. (si scosta)

EMIL.

Conte.

CON.

Ingrata!

EMIL.

Perché?

CON.

Mi struggo invano.

EMIL.

Che vorreste?

CON.

La mano.

EMIL.

Ecco la mano.

 

CON.

Bella man che mi consola,

Sei la pace del mio cor.

EMIL.

Questa mano che ti dono,

Ha pietà del tuo dolor.

CON.

Cara, addio.

EMIL.

Non mi lasciate.

CON.

Tornerò.

EMIL.

Non vi scordate.

a due

Tutto vostro è questo cor.

Ah! felice amor novello,

Sei pur caro, sei pur bello.

Cresci pur a poco a poco,

Dolce foco, - amato ardor.(partono)

 

 

 


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