Carlo Goldoni
Le virtuose ridicole

ATTO SECONDO

SCENA DECIMA   Gazzetta da guerriero, e detti

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SCENA DECIMA

 

Gazzetta da guerriero, e detti.

 

MEL.

All'armi! (correndo verso la scena)

GAZZ.

O tu, che porte,

Che corri sì?

SACC.

(Tancredi). (da sé)

MEL.

E guerra e morte.

SACC.

(Da Clorinda risponde).

GAZZ.

Guerra e morte averai; io non rifiuto

Darlati, se la cerchi. (si battono)

SACC.

Aiuto, aiuto. (parte)

GAZZ.

Nostra sventura è ben che qui s'impieghi

Tanto valor, dove silenzio il copra.

Ma poiché sorte rea vien che ci neghi

E lode e testimon degno dell'opra,

Pregoti (se fra l'armi han luogo i preghi)

Che il tuo nome, il tuo stato a me tu scopra,

Acciocch'io sappia, o vinto, o vincitore,

Chi la mia morte o la vittoria onore.

MEL.

Indarno chiedi

Quel ch'ho per uso di non far palese.

Ma, chiunque mi sia, tu innanzi vedi

Un di que' duo che la gran torre accese.

GAZZ.

Il tuo dir e il tacer al par mi alletta,

Barbaro discortese, alla vendetta. (Si battono, e Melibea cade)

MEL.

Amico, hai vinto; io ti perdon, perdona...

GAZZ.

In questa forma

Passa la bella donna, e par che dorma.

Via, datemi la mano.

MEL.

Oimè! non posso più.

GAZZ.

Via, levatevi su.

MEL.

Non voglio più imitare

Le donne guerreggianti,

Ma l'eroine placide ed amanti.

GAZZ.

Sì, mi è passato il caldo:

Più Tancredi non son, ma son Rinaldo.

MEL.

Finita è la disfida:

Più Clorinda non son, ma son Armida.

GAZZ.

Volgi, mia cara, volgi

A me quegli occhi, onde beata bei;

Ché son, se tu nol sai, ritratto vero

Delle bellezze tue gl'incendi miei.

MEL.

Sarò, qual più vorrai, scudiero, o scudo.

GAZZ.

Sarò tuo cavalier.

MEL.

Non più battaglia:

Vattene, passa il mar, pugna e travaglia.

GAZZ.

Armida mi discaccia?

MEL.

Ah, ch'io mi sento

Invasa da furor di gelosia!

Non so dove mi sia.

Povero Orlando!

Ha perduto il cervello,

E l'ho perduto anch'io; ma mi consola

Che, se pazza son io, non sarò sola.

 

Il cervel m'è andato via:

Vuò cercarlo qua e .

Chi l'avesse, me lo dia;

Me lo dia per carità.

Ehi, signor, il mio cervello.

Non lo voglio, non è quello;

Siete pazzo più di me.

Voi l'avete? sì.

Zitto, zitto, eccolo .

Eh, cercarlo non mi giova;

Chi lo perde, non lo trova.

Vola, vola, e se ne va;

La la la lara la la. (parte)

 

 

 


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