Carlo Goldoni
Le virtuose ridicole

ATTO SECONDO

SCENA DODICESIMA   Sala magnifica con scalinata, rappresentante la Reggia di Parnaso colle nove Muse.   Affrodisia, Erideno, Armonica, Pegasino e Gazzetta

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SCENA DODICESIMA

 

Sala magnifica con scalinata, rappresentante la Reggia di Parnaso colle nove Muse.

 

Affrodisia, Erideno, Armonica, Pegasino e Gazzetta

 

CORO

Discenda il biondo Nume,

Venga d'Apollo il lume

Di questi suoi pastori

Gli ardori - a consolar.

 

PARTE DEL CORO

 

{

E finché viene Apollo

Con la sua cetra al collo,

Discenda Melibea,

Febea - di Febo al par.

CORO

Venga, venga Melibea,

Del buon gusto amica dea,

Cui le nove allegre Muse

Son già use - a venerar.

 

 

 

(A suono d'allegri strumenti scende Melibea)

 

MEL.

Grazie, signori miei,

Grazie dei vostri generosi inviti.

Eccomi qui disposta a secondarvi

Nell'amor e nell'armi,

Coll'istorico stile e i dolci carmi.

 

ERID.

Voi che istorica siete,

Dite se letto avete

Che vi sia stata un'alma più infedele

D'Affrodisia crudele.

Mi deride l'ingrata,

E fa di me strapazzo;

Mi tratta da ignorante e da ragazzo.

 

MEL.

Caro Erideno mio, la compatisco:

Ella ha molto saper e molta dote.

Se dico il ver, sdegnarvi non vorrei:

Non siete, figliuol mio, buono per lei.

 

AFFR.

Oh cara Melibea,

Lodo la vostra idea.

Voi ben mi conoscete,

E ciò che mi bisogna voi sapete.

 

ERID.

Oimè! Voi mi scacciate? (ad Affrodisia)

 

AFFR.

Non vi dispero ancor. (ad Erideno)

 

ERID.

Mio bene, oh Dio! mi amate?

 

AFFR.

Non vi prometto amor.

 

a due

Un certo non so che

Parmi sentire in me,

Che mi tormenta il cor. (partono)

 

 

 

 


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