Carlo Goldoni
Le virtuose ridicole

ATTO TERZO

SCENA SESTA   Melibea e Gazzetta

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SCENA SESTA

 

Melibea e Gazzetta

 

GAZZ.

(Anch'io mi proverò.

Spero che qualche cosa ottenerò).

MEL.

Che dite di quel pazzo?

Io non curo gli amori o i sdegni suoi,

Perché solo, Gazzetta, ardo per voi.

GAZZ.

Ed io vostro sarò, ma con un patto...

MEL.

Sentite: allora quando

Sarem moglie e marito,

Pensar dovremo a proveder la casa.

GAZZ.

(Parmi che di far ben sia persuasa).

Cosa credete voi

Che sia più necessario?

MEL.

Ecco la nota

Di quel che indispensabile mi pare.

GAZZ.

(Meglio non si può fare).

Vi sarà biancheria, vestiti, argenti,

Tutto quel che volete.

MEL.

Io non vi cerco ciò.

GAZZ.

Dunque?

MEL.

Leggete. (gli un foglio)

GAZZ.

Leggiamo questa carta:

Nota di cose varie,

Utili, decorose e necessarie.

I Reali di Francia,

Don Amadis de Gaula,

Cleopatra, il Caloandro,

Semiramide, Ciro ed Ernelinda,

Gare de' disperati e Rosalinda...

Oh che donna economica e prudente!

MEL.

Leggete il rimanente.

Gilblas e Robinson,

Il Rosselli, Marianna, e a mano a mano

Tutte le istorie inglesi

E spagnole e francesi ed italiane,

E ogni Tasso stampato

Nel secolo presente e nel passato.

GAZZ.

Oh che moglie di garbo! Ed io vi dico

Che non vuò più romanzi;

Che dovrete curar l'economia

E lasciar dei romanzi la pazzia.

MEL.

Possibile, Gazzetta,

Che voi siate cangiato?

GAZZ.

Io sono illuminato.

MEL.

L'istorie abbandonate?

GAZZ.

D'istorie non mi curo.

MEL.

Gazzetta, dite il ver?

GAZZ.

Certo, sicuro.

MEL.

Ed io...

GAZZ.

Se voi seguite

A far quel che faceste sin ad ora,

Voi non fate per me, bella signora.

MEL.

Ma voi pur vi fingeste don Chisciotte

E Rinaldo e Tancredi...

GAZZ.

È vero, è vero;

Ma fu un divertimento.

Altre cure, altre voglie

Conviene aver quando si prende moglie.

MEL.

Quand'è così, Gazzetta,

Di fare a modo vostro ognor m'impegno.

GAZZ.

(D'averla ora mi par tirata a segno).

 

Amabile e vezzosa,

Dolce mia cara sposa,

Che bel goder contenti!

Che fortunato amor!

MEL.

Bell'amorin grazioso

Amabile e vezzoso,

Che bell'amar contenti!

Che fortunato ardor!

GAZZ.

Sarai mia dolce sposa?

MEL.

Per te sarò amorosa.

a due

Lieto sarà il mio cor.

GAZZ.

Quando sposa tu sarai,

Mio tesoro, che farai?

MEL.

Lo , sentirai

Che bei versi ti farò.

GAZZ.

Come! versi? Oh questo no.

MEL.

Senti, senti un'istoriella.

GAZZ.

Non l'ascolto.

MEL.

Bella, bella...

GAZZ.

Non m'importa...

MEL.

Corta, corta.

GAZZ.

Che pazienza! Dilla su.

MEL.

Una sola, e poi non più.

Vi era un re e una regina,

Che faceva in una tina

Una cosa da non dir.

E così quella regina...

GAZZ.

Ma via, presto...

MEL.

Nella tina

Era tanto bella, bella,

Che pareva chiara stella.

E così...

GAZZ.

E così, quand'è finita?

MEL.

La regina s'è invaghita...

D'un villan s'è innamorata.

E così...

GAZZ.

E così?

MEL.

Fu trasformata

Da una strega in un gattino.

GAZZ.

Basta, basta...

MEL.

Or viene il buono.

E così...

GAZZ.

Già stanco sono,

Non ne voglio sentir più.

MEL.

Anco questa, e poi non più.

La gattina se n'andò...

E così...

GAZZ.

E così?

MEL.

Il villano ritrovò.

Il villano e la regina,

E la strega e la gattina,

E così...

GAZZ.

Non posso più.

MEL.

Anco questa, e poi non più. (partono)

 

 

 


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