Carlo Goldoni
L'amore paterno

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA   Clarice e detti.

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SCENA SETTIMA

 

Clarice e detti.

 

CLAR. Serva di lor signori. (Silvio la saluta senza parlare)

CEL. Servo umilissimo, signora Clarice. Come sta di salute?

SILV. (Mostra il dispetto per un tale complimento)

CLAR. Benissimo ai suoi comandi.

CEL. Me ne consolo infinitamente.

CLAR. Favoriscano d'accomodarsi. (siede nella sedia di mezzo)

CEL. Per obbedirla. (siede alla dritta di Clarice)

CAM. Ed ella, signor Silvio, non vuol sedere?

SILV. Sì, eccomi. (siede lontano dagli altri, presso la spinetta)

CLAR. Così lontano, signore?

SILV. Scusatemi. Amo la spinetta infinitamente. (apre la spinetta vi trova dentro delle carte di musica, si trattiene osservandole)

CLAR. Si accomodi.

CEL. Lasciamo il signor Silvio nella sua libertà, e permettetemi ch'io mi prevalga di questi felici momenti, per dirvi ch'io vi amo teneramente, ch'io sono incantato del vostro merito e della vostra bellezza.

CLAR. Camilla.

CAM. Signora.

CLAR. Il signor Celio questa mattina è di buon umore. È venuto qui con animo di scherzare.

CAM. Tanto meglio per voi, signora. Nelle angustie nelle quali vi ritrovate, non avete bisogno che di rallegrare lo spirito. (in maniera che Silvio la possa intendere)

SILV. Camilla.

CAM. Signore.

SILV. Una parola...

CAM. Eccomi. (si accosta)

SILV. Sono in angustie queste due signore? (piano a Camilla)

CAM. Sì, certo, in angustie grandissime.

SILV. Manderò io tutto il loro bisogno.

CAM. Non signore, non v'incomodate. Fino che sono in casa mia, non hanno bisogno di nulla.

SILV. Bene. Scusatemi. (seguita a guardar la musica)

CAM. Non hanno bisogno di nulla, ma vedete bene, sono in età, hanno del merito, se capitasse loro una buona occasione...

SILV. Ho capito.

CAM. E se voi aveste vera stima per la signora Angelica...

SILV. Non occorr'altro.

CAM. (Chi mai può arrivare a capirlo?)

CLAR. Basta così, signore. Voi vi avanzate un poco troppo, ed io non sono accostumata a simili complimenti. (a Celio)

CEL. Ma se vi adoro, se da voi sola dipende la mia pace, il mio riposo, la mia vita medesima.

CLAR. Camilla.

CAM. Mi comandi.

CLAR. Dov'è mio padre?

CAM. Non so, signora; ecco qui la signora Angelica.

 

 

 


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