Carlo Goldoni
Gli amanti timidi

ATTO PRIMO

SCENA QUATTORDICESIMA   Anselmo e la suddetta.

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Anselmo e la suddetta.

 

ANS. Che cosa si fa in questa camera? (con isdegno)

DOROT. Sono qui... così... Ci sono venuta per accidente.

ANS. In questa camera non ci si viene; non ci si viene, e non voglio che ci si venga.

DOROT. Signore, ci sono venuta in tempo che non c'è nessuno, e non credo che possiate per questo rimproverarmi.

ANS. Il ritratto. (bruscamente glielo domanda)

DOROT. Che ritratto?

ANS. Il ritratto. (come sopra)

DOROT. Io non capisco niente.

ANS. Fuori quel ritratto.

DOROT. Io non ho ritratti.

ANS. So tutto. Fuori quel ritratto.

DOROT. In verità, quasi, quasi mi fareste ridere.

ANS. Non ridere, giuro a Bacco Baccone. Metti fuori il ritratto.

DOROT. Qual ritratto?

ANS. Del signor Roberto.

DOROT. Signore... (le viene da ridere)

ANS. Non ridere, che giuro al cielo, ti farò piangere.

DOROT. Chi vi ha detto che io abbia il ritratto del signor Roberto?

ANS. Chi me l'ha detto? Carlotto me l'ha detto. E Camilla voleva negarlo, ed è stata convinta, e l'ha confermato.

DOROT. Che cosa vi hanno detto?

ANS. Che tu hai avuto un ritratto; e fuori quel ritratto. E... giuro a Bacco Baccone...

DOROT. Oh! se Carlotto vi ha detto che ho avuto un ritratto, se Camilla l'ha confermato, dirò la verità: sì, signore, l'ho avuto.

ANS. Ah! ah! fuori quel ritratto.

DOROT. (Fa bocca da ridere)

ANS. Imprudente! sono cose da ridere?

DOROT. Oh! io non rido. (si sforza) Ecco qui; io sono figlia obbediente; ecco il ritratto che mi domandate. (glielo )

ANS. Sfacciata! Direi di quelle cose che non si dicono e che non sono state mai dette. (sdegnato)

DOROT. Si potrebbe saper, signor padre, che cosa avete con me?

ANS. Ancora me lo domandi?

DOROT. Pare ch'abbia fatto qualche gran cosa.

ANS. Ti pare una bagattella? Sono cose da ridere?

DOROT. Parliamo sul sodo, signor padre. Di chi credete voi che sia quel ritratto?

ANS. Di quel discolo, di quel malcreato, di quell'impostor di Roberto.

DOROT. (Fa bocca da ridere)

ANS. Tu ridi ancora? Uh! mi sento pizzicare le mani. (minacciandola)

DOROT. Qualche volta le persone si potrebbero ingannare.

ANS. Non m'inganno, e non parlo senza esser sicuro di quel che dico. E quest'infame ritratto. (lo apre, e vede che non è quello. Si volta alla figlia senza parlare, ed ella non può trattenersi di ridere) Maladetto sia questo ridere! La volete finire? Questo non è il ritratto ch'io vi domando. Fuori il ritratto di Roberto.

DOROT. Signore, vi protesto sull'onor mio, non ho avuto altro ritratto che questo. È uno scherzo, è una bizzarria, è una burla; e non merita che vi mettiate in furia, e vi scaldiate il sangue, e che diciate di quelle cose che non si dicono, e che non sono state mai dette. (con caricatura)

ANS. Non c'è altro ritratto che questo?

DOROT. No certamente. Ve l'attesto per il rispetto e per l'amor che vi porto.

ANS. (Giuro a Bacco Baccone, Baccone, Baccone!) (mortificato, da sé, guardando il ritratto)

DOROT. Signor padre, la riverisco. (ridendo parte)

 

 

 


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