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SERV. Signor Arlecchino, ecco una lettera ed una scatola che viene a voi.
ARL. A mi?
SERV. Sì, a voi.
SERV. No, la lettera è diretta a voi.
ARL. Mi non aspetto lettere da nissun. Ghe xe anca una scatola!
SERV. Eccola qui. Una scatola col vostro nome. Al Signor Arlecchino Battocchio.
SERV. L'ha portata un facchino.
ARL. Ah! no la vien dalla Posta?
SERV. Non credo. L'ha portata un facchino.
SERV. È andato via subito. Mi ha dato la lettera e la scatola da consegnarvi, ed è subito andato via.
ARL. Che ghe sia in Bologna qualche altro Arlecchin Battocchio?
SERV. Io non so perché facciate tante difficoltà. Osservate se la lettera viene a voi: Al Signor, Signor mio riveritissimo il Signor Arlecchino Battocchio, presso il Signor Roberto suo Padrone, in casa del Signor Anselmo, vicino alla Torre degli Asinelli. Bologna. Con una scatola al suo nome. Siete voi, o non siete voi?
SERV. Sia ringraziato il cielo, che siete voi. Tenete.
ARL. Avè dà gnente al facchin?
SERV. Niente.
ARL. Ve ringrazio dell'incomodo.
SERV. Non è niente portare una lettera ed una scatola, non è niente; ma mi avete fatto sudare a persuadervi che viene a voi. (parte)