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ARL. No so gnente. (raccogliendo i pezzi)
ANS. Andate a vedere, se fosse nell'altra camera.
ARL. El xe fora de casa. (raccogliendo)
ANS. Quando torna, mi preme parlargli. (cammina, e monta sopra i pezzi)
ARL. La prego. (impedisce che non calpesti i pezzi di carta)
ANS. Subito che viene, ditegli che favorisca venir da me. (cammina sopra i pezzi di carta)
ARL. La supplico... (lo trattiene come sopra)
ANS. Ma che diavolo avete? Non mi abbadate? (dà una gran camminata sopra i pezzi di carta)
ARL. Ma la se ferma per carità. (gridando forte)
ANS. Che cosa raccogliete?
ARL. Ho bisogno de sti pezzi de carta. (raccoglie)
ANS. Via spicciatevi, e poi ascoltatemi. (si ritira un poco; ma ha un pezzo di carta attaccato ad una scarpa)
ARL. Con so permission.
ANS. Sotto la scarpa? (striscia il piede)
ARL. Ma no la me l'insporca, no la me lo ruvina. (gli fa levar il piede pian piano, e raccoglie il pezzo)
ANS. (Uh che sofferenza è la mia!) (da sé) Quando viene il vostro padrone, ditegli che non sia in collera meco, che voglio che siamo buoni amici.
ARL. Sior sì. (ha tutti i pezzi li carta in una mano; e tiene la mano aperta)
ANS. Ditegli che so tutto, che mia figlia mi ha confidato ogni cosa, e che se suo zio è contento...
ARL. Vorria pregarla de una grazia.
ANS. E di che?
ARL. Che la me disesse, se se pol unir sti pezzi de carta, e lezer una lettera che s'ha strazzà...
ANS. Eh, giuro a Bacco Baccone! (dà colla sua mano sotto la mano di Arlecchino, e tutti i pezzi tornano a cader per terra. Li calpesta irato, e parte)