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Federico in abito da viaggio, e detti.
FED. Ben trovato, Arlecchino.
ARL. Bon zorno, Federigo, ben tornado. Vegnìu da Roma? (con premura)
ARL. Cossa fa el barba del nostro patron?
FED. Il zio del padrone è morto.
CAM. È morto il zio del signor Roberto? (a Federico)
FED. È morto, ed ha lasciato il nipote erede di tutto il suo.
ARL. S'alo recordà de mi? (a Federico)
FED. Sì, di voi, e di me: mille scudi per ciascheduno.
ARL. No vago più a Roma. (a Camilla con un poco di gioia)
CAM. (Lo volesse il cielo!) (da sé)
ARL. Lo salo el patron? (a Federico)
FED. Lo sa; l'ho trovato alla Posta, gliel'ho detto, e siamo venuti qua insieme.
FED. A quel che dice, andrà a vedere gl'interessi suoi; ma non partirà così presto.
ARL. Allegramente. Dov'èlo el patron? (a Federico)
FED. È in camera del signor Anselmo. Credo che vi sia qualche altra cosa di nuovo.
FED. Non posso trattenermi. Il padrone mi aspetta; son venuto a vedervi. Addio. (parte)