IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Ah pazienza! Sa il cielo quando potrò rivedere la mia cara Zelinda! Meschino di me! L'ho lasciata nelle mani de' miei nemici, in mezzo de' suoi persecutori. È vero che Don Roberto ha cura di lei, ma egli non sa il pericolo che la sovrasta, ed ella non avrà coraggio di dirlo, ed io non ho avuto campo di manifestarlo. Questo pensiero m'inquieta più della privazione medesima. L'amore, il timore, la gelosia m'opprimono sì fattamente, che non sento la mia miseria, e sono indifferente agli oltraggi della fortuna. Ecco qui: un giovine civile, allevato fra i comodi ed i piaceri, scacciato villanamente da un luogo, ed obbligato per vivere a servire un altro. E buon per me che abbia trovato sì presto da collocarmi, per non essere costretto a vendere quel poco che ho in dosso per sostenermi. La condizione che ora sono obbligato di prendere, è più umiliante dell'altra, ma pazienza: la soffrirei volentieri purché avessi la compagnia di Zelinda, purché mi fosse accordato il piacere di vederla. Questa è la mia pena, questo è il mio martòro, questa è la mia unica disperazione. (resta pensoso)