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ZEL. (al Facchino) No, amico, non so dove andare precisamente. Mi fido in voi. Conducetemi in qualche onesto albergo.
FAC. Se volete, vi condurrò in casa mia.
ZEL. Sì, mi farete piacere. Sarete giustamente ricompensato.
ZEL. Oh cieli! (scoprendo Lindoro)
ZEL. Il mio bene? (corrono e s'abbracciano)
ZEL. Vi racconterò...
FAC. Signora, per quel ch'io vedo, voi non avete più bisogno di me.
ZEL. (al Facchino) Aspettate, aspettate. Sappiate, Lindoro mio...
LIN. Mettetelo giù, galantuomo.
LIN. Là, su quel muricciuolo di dietro quella casa.
ZEL. Ed aspettate un momento, che vi chiamerò.
FAC. Signora, vi avverto che in casa mia non vi è luogo.
FAC. Sì, vi sarebbe luogo per uno, ma non vi è luogo per due. (si ritira)