Carlo Goldoni
Gli amori di Zelinda e Lindoro

ATTO TERZO

Scena Dodicesima. Don Flaminio, poi Zelinda

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Scena Dodicesima. Don Flaminio, poi Zelinda

 

FLA. Suo danno, non m'impedirà più di rintracciare Zelinda... Ma eccola a questa volta.

ZEL. Ah barbaro! sarete ora contento? Il povero mio Lindoro è arrestato. Ma che credete perciò? di avermi in vostra balìa? V'ingannate. Morirò piuttosto che soffrire la vista di un oggetto che io abborrisco, che io odio. Non vi lusingate di trionfare di me, e non isperate d'andar esente da quella pena che meritate. Sì, donna qual mi vedete, avrò spirito, avrò coraggio per ricorrere, per farmi intendere, per domandare per ottenere giustizia. Sarà il mio primo giudice vostro padre; s'ei non mi ascolta, saprò ricorrere a' tribunali, e se tutto il mondo mi manca, colla mia mano, sì colla mia mano medesima, vendicherò Lindoro, vendicherò me stessa, punirò un ingiusto, punirò un persecutore dell'onestà, del decoro, dell'innocenza. (parte)

 


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