Carlo Goldoni
Gli amori di Zelinda e Lindoro

ATTO TERZO

Scena Tredicesima. Don Flaminio solo

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Scena Tredicesima. Don Flaminio solo

 

Costei è una vipera, è una furia, è un demonio, e tal la rende un vero amore, una perfetta costanza. Che dirà mio padre di me e della mia condotta, dopo le proibizioni ch'egli mi ha fatte? Sono perduto, se io non impetro il di lui perdono. Ma convien meritarlo. Sì, andrò io stesso a gettarmi a' suoi piedi. Gli prometterò il pentimento, il cambiamento di vita, l'abbandono totale d'ogni pensiero sopra Zelinda... Ma sarò io in istato di mantenerlo? Sì, certo, lo manterrò. L'ho detto, son galantuomo, non vi penserò più. Ma un'altra cosa mi sta sul cuore. Il trattamento villano che ho usato alla cantatrice. Ella non lo merita, ed io ne sono mortificato; ma andrò a vederla, farò seco lei il mio dovere, e cercherò ogni strada per compensare colle attenzioni la pena che a quella buona giovane ho cagionata. Amore mi avea acciecato. La ragione m'illumina, e mi consiglia. (parte)

 


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