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Il Conte Policastro e detti.
Servitore umilissimo di vostra signoria. (A Giacinto, con sorpresa.) |
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Eccomi ritornato |
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Con sì poca accoglienza il genero incontrate? |
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Genero? (Con ammirazione.) |
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Poffar bacco! voi mi maravigliate. Non è genero vostro, colui che la parola Ebbe da voi di dargli per sposa una figliuola? Genero non si dice ad un, che per contratto Deve la Contessina sposare ad ogni patto? So che scherzar volete, ma non è il tempo e il loco. Vado a veder la sposa; ci rivedrem fra poco. (In atto di partire.) |
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Fermatevi un momento. (Trattenendolo.) |
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Non signore. Sto qui con sofferenza. (Con qualche timore.) |
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Prima di passar oltre, dilucidiamo il fatto. Voi col signor Giacinto formaste alcun contratto? (Al Conte.) |
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Se non vi ricordate Il contratto l'ho meco; eccolo qui, mirate. (Mostra il foglio al Conte.) |
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Il carattere è vostro? |
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Lo faceste dormendo? |
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Venne questo signore furioso indiavolato; Non mi vergogno a dirlo, sono un pochin poltrone, E ho fatto per paura la mia sottoscrizione. |
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Un C. ed un P.! la cifera è chiara e manifesta; Il Conte Policastro rilevasi a drittura. |
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Non soffrirò l'oltraggio, sia frode, ovver pazzia. Prometteste la figlia, e la figliuola è mia. |
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Sono tre i pretensori; io lascio, in quanto a me, |
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Eccone uno qui. (Accennando il Cavaliere.) |
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Il Cavalier? (Con ammirazione.) |
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La cosa non sarà poi così. È ver che un testamento a lei mi ha destinato, |
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Strano pareami al certo, che ardisse in faccia mia Accendermi un rivale di sdegno e gelosia. |
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Eppure i miei riguardi non nascono da questo. Siccome indifferente sono in ogni altro impegno, La stessa indifferenza avrei pel vostro sdegno. |
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Non me ne sono accorto. So che quando le dissi la vostra inclinazione, Risposemi Lavinia con tutta sommissione: Padre, ai vostri comandi io contrastar non soglio; |
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Questa cosa è impossibile, con fondamento il dico. Nessuna in questo mondo l'amor mi ha ricusato, L'idolo delle donne sempre finor son stato. Hanno fatto pazzie per me le più vezzose; Tutte ambiscono a gara di divenir mie spose; |
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Sarà com'ella dice. |
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Uomo senza intelletto. |
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Andiam dalla Contessa. Parvi sia tempo ancora? (Al Cavaliere.) |
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Andiam; vuò presentarvi io stesso alla signora. |
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No, non v'incomodate... |
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Vi prego... |
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Voglio assolutamente... |
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Costantemente il nego... |
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Ed io costantemente accompagnarvi or bramo. |
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Troppo onor... |
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Mio dovere... |
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Povero me! l'ho fatta, e non vi ho rimediato; Volea dopo ricorrere, e me ne son scordato. A quest'uomo collerico, che dire or non saprei; Parli pur con mia figlia, io lascio fare a lei. |