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   Da molt'anni,
  il sapete, perdei la cara madre; 
  Per custodir
  miei giorni debole troppo è il padre; 
  Veggo che
  nell'etade principio ad avanzarmi, 
  Onde è in me
  necessaria l'idea di collocarmi. 
  Nel povero
  mio stato gran sorte io non sperai, 
  Un mediocre
  partito di conseguir bramai; 
  Ma più d'ogni
  altro bene, più di ricchezze e onori, 
  Cuor rinvenir
  mi calse colmo d'onesti ardori. 
  Parve a me
  don Paolino d'ogni amator più acceso, 
  Per amor mio
  più volte a sospirar l'ho inteso. 
  Procurava i
  momenti di starsi meco allato, 
  Mille sincere
  prove dell'amor suo mi ha dato. 
  Posso dir con
  costanza don Paolin mi adora, 
  Sposo in cuor
  mio lo elessi, ma non gliel dissi ancora. 
  Seppi che il
  padre mio, senza aspettar consiglio, 
  Si espose
  incautamente di perdermi al periglio. 
  Egli al
  signor Giacinto, quivi testé veduto, 
  Giovine
  stravagante da voi ben conosciuto, 
  Promise la
  mia mano dal timor sopraffatto, 
  E senza mia
  saputa soscrissero il contratto. 
  Da ciò
  sollecitata, più assai che dall'amore, 
  Porger volea
  la mano a chi mi offriva il cuore; 
  Stava per
  dire il labbro, don Paolino è mio, 
  Quando
  impensatamente manca di vita il zio. 
  S'apre il suo
  testamento, odo la legge espressa; 
  Colla ragion
  principio a consigliar me stessa. 
  All'amator
  rallento i segni dell'affetto, 
  E rilevar gli
  arcani del vostro cuore aspetto. 
  Ma invan da
  voi tentando lungi sapere il vero, 
  Venni col
  padre io stessa a sciogliere il mistero; 
  E arrossendo
  che fosse la mia intenzion saputa, 
  Finsi d'altro
  disegno cagion la mia venuta. 
  Or sarebbe un
  delitto il simular più innante: 
  Tradirei me
  medesima, e tradirei l'amante. 
  Deggio
  sinceramente svelarvi il mio pensiero; 
  Tutto il mio
  cuor vi dico, e quel ch'io dico, è vero. 
  Non ho per
  don Paolino passion qual vi pensate, 
  Per voi serbo
  la mano e il cuor, se lo bramate; 
  Vi amerò
  eternamente, mi scorderò di tutti, 
  Pur che
  sperare io possa della mia fede i frutti. 
  Pure che voi
  mi amiate, sarò contenta appieno, 
  Ma se amar
  non sapete, non mi tradite almeno. 
  In me sia
  debolezza, sia una passione innata, 
  Tutto il ben
  che desidero, è il ben d'essere amata; 
  Non con amor
  fugace, ma col più saldo e forte, 
  Quanto amar
  si può mai da un tenero consorte. 
  Se ciò mi
  promettete, vostro il mio cuor sarà; 
  Quando no, vi
  rinunzio ancor l'eredità, 
  Voglio uno
  sposo amante, voglio un sincero affetto. 
  Quel che dir vi
  voleva, ecco, signore, ho detto. 
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