Carlo Goldoni
L’apatista

ATTO TERZO

SCENA SECONDA

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SCENA SECONDA

 

Il Conte Policastro e detti.

 

CONTE:

Buon giorno, galantuomini, ditemi in cortesia:

Speriam che quanto prima in tavola si dia?

FABRIZIO:

Quando servir si tratti vossignoria illustrissima,

Faremo che la tavola sia pronta, anzi prontissima.

CONTE:

Mi farete piacere. Parmi avere appetito.

FABRIZIO:

Merita il signor Conte di essere ben servito.

CONTE:

Parmi l'ora avanzata; per altro io mangio poco.

FABRIZIO:

Davvero, signor Conte?

CONTE:

Avete un bravo cuoco?

FABRIZIO:

Un uom che non fa male. Un uom, per verità,

Che lavora di gusto.

CONTE:

Che zuppa vi sarà?

FABRIZIO:

Tutte le di lui zuppe son saporite e buone.

CONTE:

Ho piacer; sentiremo. Ehi, vi sarà il cappone?

FABRIZIO:

Credo di sì.

CONTE:

Va bene; ma che sia grasso e bello,

E un buon pezzo di manzo, e un pezzo di vitello.

FABRIZIO:

Dunque, per quel ch'io sento, gli piace mangiar forte.

CONTE:

Eh, non arrivo mai a due libbre per sorte.

FABRIZIO:

Quattro libbre d'allesso?

CONTE:

E poi non mangio più.

FABRIZIO:

Mangia solo il bollito.

CONTE:

E poi qualche ragù.

FABRIZIO:

Se vi fosse un pasticcio?

CONTE:

Oh caro!

FABRIZIO:

Un bel prosciutto?

CONTE:

Cotto nel vino buono? Io me lo mangio tutto.

FABRIZIO:

Non gli piace l'arrosto?

CONTE:

Capperi! ed in che modo!

Un bel pezzo d'arrosto? propriamente mel godo:

Lesso, arrosto, ragù, pasticcio, ed ho finito.

FABRIZIO:

Un poco d'insalata per svegliar l'appetito?

CONTE:

Sì, sì, un'insalatina non la ricuso mai.

FABRIZIO:

Quattro paste sfogliate.

CONTE:

Oh, mi piacciono assai.

FABRIZIO:

E il deser non lo calcola?

CONTE:

Qualche piattello assaggio.

Mi piace, per esempio, se vi è del buon formaggio.

Se vi fosse una torta, non la ricuserei:

Quattro olive, un finocchio, un pomo io piglierei.

Fino che si sta a tavola (no per mangiar, no certo),

Ma per conversazione, col deser mi diverto.

FABRIZIO:

Come gli piace il bere?

CONTE:

Sono assai regolato.

Non mi ricordo mai, che il vin mi abbia alterato.

Pria di far fondamento, non vengo alle bevande.

Uso poi, quando ho sete, di ber col bicchier grande.

Ber tanti bicchierini sembrami cosa stolta;

Quel che altri fanno in molte, io faccio in una volta.

Mi piaccion le bottiglie di vino oltramontano,

Ma egualmente di bevere il nostrano.

E tanto più mi alletta, quanto più è saporito,

Ma quando poi son sazio, di bevere ho finito.

FABRIZIO:

Ella, per quel ch'io sento, è regolato assai.

CONTE:

Oh, più del mio bisogno non mi carico mai.

FABRIZIO:

Spiacemi che stamane andrà mal la faccenda:

Siam molti, e il pranzo è scarso.

CONTE:

Si supplirà a merenda.

FABRIZIO:

Mangia più volte al giorno?

CONTE:

Io poi non guardo all'uso.

Sia qual ora si voglia, son pronto, e non ricuso.

FABRIZIO:

E viva il signor Conte.

CONTE:

Fate un piacere, andate

Ad affrettare il cuoco, e in tavola portate.

FABRIZIO:

Subito, vo a servirla. (Sta fresco il mio padrone;

Questi è un lupo, che mangia per dodici persone). (Parte.)

 

 


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