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La Contessa, poi il Cavaliere e don Paolino.
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   Alle sue spampanate ha il padre mio creduto; Ebbe di lui timore, ma io l'ho conosciuto.  | 
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   Contessa, abbiam goduta la bellissima scena.  | 
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   Io vi confesso il vero, io ne provai tormento; E il cavaliere Ansaldo mi ha trattenuto a stento.  | 
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   Il Cavalier di tutto solito è a prender gioco, Suole per una donna incomodarsi poco.  | 
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   Alla vostra fortuna far non pretendo oltraggio Né la passion mi rende men conoscente e saggio.  | 
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   Al suo dover non manca un cavalier d'onore. (A don Paolino.) Ma dov'è, Contessina, il vostro genitore? Ora è di dare in tavola. Ehi, avvisate il Conte, Che quando egli comanda, le vivande son pronte. (Ad un Servitore che viene chiamato, e parte.)  | 
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   Caro don Paolino, io non so far l'amore: Insegnatemi voi.  | 
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