FABRIZIO:
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Volgi a me quella punta. (Verso Giacinto, ponendosi in
guardia.)
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GIACINTO:
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Servitore umilissimo. (A
Fabrizio, con timore.)
E chi è questo signore? (Al Cavaliere.)
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CAVALIERE:
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È un capitan bravissimo.
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GIACINTO:
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Ho piacer di conoscere il signor capitano;
Vedo ch'egli sa bene tener la spada in mano.
Degli uomini di spirito ammiratore io sono;
In grazia sua mi accheto, e i torti miei gli dono. (Ripone
la spada.)
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FABRIZIO:
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Con voi mi voglio battere. (A Giacinto.)
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GIACINTO:
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No, mio signor, perdoni.
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CAVALIERE:
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Viva l'eroe magnifico.
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LAVINIA:
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Viva il re dei poltroni.
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FABRIZIO:
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Sono, se nol sapete, cugin della Contessa.
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GIACINTO:
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Con voi me ne consolo, e colla dama istessa.
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FABRIZIO:
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Voglio che dello zio s'adempia il testamento.
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GIACINTO:
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Benissimo.
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FABRIZIO:
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Sposare la voglio in sul
momento.
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GIACINTO:
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Ha ragione.
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FABRIZIO:
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Mi dicono, che il di lei padre ha fatto
Con voi di matrimonio certo tal qual contratto.
È egli ver?
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GIACINTO:
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Non lo nego.
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FABRIZIO:
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O lacerato ei vada,
O meco sostenetelo col sangue e colla spada.
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CAVALIERE:
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(Bravo, Fabrizio, bravo.) (Piano alla Contessa.)
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LAVINIA:
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(Si porta egregiamente). (Piano
al Cavaliere.)
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GIACINTO:
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(Cosa risponder posso senz'armi e senza gente?) (Da
sé.)
Signore, ecco il contratto; cedo non per timore (tirando
fuori dalla tasca un foglio).
Ma faccio un sagrifizio in grazia del valore.
Prenda. (Si accosta per dargli la carta.)
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FABRIZIO:
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Non vi accostate. (Ponendosi
colla spada in difesa.)
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GIACINTO:
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Offenderla non voglio.
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FABRIZIO:
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Mettete sulla punta di questa spada il foglio.
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GIACINTO:
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Ma perché? (Mostra aver paura della punta.)
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FABRIZIO:
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Non tardate.
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GIACINTO:
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Si fermi in cortesia. (Vuole
infilare la carta, e Fabrizio muove la spada.)
(Una paura simile non ebbi in vita mia). (Da sé.)
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CAVALIERE:
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(È graziosa la scena). (Piano alla Contessa.)
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LAVINIA:
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(Che scena inaspettata!) (Piano
al Cavaliere.)
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FABRIZIO:
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Infilzate la carta. (Minacciandolo.)
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GIACINTO:
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Sì signor, l'ho infilzata. (Gli
riesce d'infilzarla, e si ritira contento.)
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FABRIZIO:
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Questo contratto indegno si laceri così. (Lo straccia.)
Sposatevi, Contessa.
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LAVINIA:
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Mi ho da sposar? con chi?
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FABRIZIO:
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Col Cavalier.
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LAVINIA:
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Davvero?
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FABRIZIO:
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Col Cavalier, vi dico.
Giacinto non si oppone.
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GIACINTO:
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Per me non contraddico.
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FABRIZIO:
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Animo, in mia presenza si faccia il matrimonio;
Potrà il signor Giacinto servir di testimonio.
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GIACINTO:
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(Anche di più?)
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FABRIZIO:
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Che dite?
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GIACINTO:
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Son qui, so il mio dovere.
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FABRIZIO:
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Via, porgete, Contessa, la mano al Cavaliere.
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LAVINIA:
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(Per burla, oppur davvero?) (Piano al Cavaliere.)
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CAVALIERE:
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(Son pronto in ogni modo). (Piano
alla Contessa.)
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LAVINIA:
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(Così senza pensarvi? Bellissima sul sodo). (Piano al
Cavaliere.)
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CAVALIERE:
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(Volete, o non volete?) (Piano alla Contessa.)
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FABRIZIO:
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Si perde il tempo invano.
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LAVINIA:
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(Che mi consiglia il cuore?). (Da sé.)
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FABRIZIO:
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Porgetevi la mano.
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