Carlo Goldoni
L’apatista

ATTO QUARTO

SCENA UNDICESIMA

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SCENA UNDICESIMA

 

Don Paolino e detti

 

PAOLINO:

(Parmi sia la Contessa dubbiosa nel pensiero

Non vorrei dallo scherzo che si passasse al vero). (Da sé, in disparte.)

CAVALIERE:

Ma su via, risolvete. (Alla Contessa.)

LAVINIA:

Pria che la mano e il core...

PAOLINO:

Contessa, con premura vi cerca il genitore.

LAVINIA:

(Opportuno è il riparo). (Da sé.) Vado agli ordini suoi.

FABRIZIO:

Ma sposatevi in prima.

LAVINIA:

Ci sposerem da poi.

FABRIZIO:

Dunque se è il matrimonio per or procrastinato,

Anche il signor Giacinto restar può sollevato.

Vada liberamente, e di ogni buon servizio

Gli rende mille grazie il capitan Fabrizio. (Si scopre levandosi i baffi, e parte.)

PAOLINO:

E se il signor Giacinto non prende altro cammino,

Gli fiaccherà le spalle il capitan Paolino. (Parte.)

CAVALIERE:

E l'autor della burla, che appunto io sono quello,

Riverente s'inchina al capitan Coviello. (Parte.)

GIACINTO:

Ah, cospetto di bacco!... Zitto, che niun mi senta.

Mi tremano le gambe, e tutto mi spaventa.

A un par mio! me l'han fatta. Mi perdo e mi confondo:

Ah, vuò pregarli almeno, che non lo sappia il mondo. (Parte.)



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