Carlo Goldoni
L’apatista

ATTO QUINTO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Il Cavaliere e detti; poi Fabrizio

 

CAVALIERE:

Ho sentito gridare. Che vuol dir? cos'è stato? (Li due rimangono confusi senza parlare.)

Miei signori, tacete? Veggovi il volto acceso.

Siete molto confusi. Basta così; v'ho inteso.

LAVINIA:

Non crediate, signore...

CAVALIERE:

Ben ben, ci parleremo. (Sostenuto.)

PAOLINO:

Un cavalier d'onore...

CAVALIERE:

L'onor difenderemo. (Come sopra.)

Chi è di ?

PAOLINO:

(Che pretende?) (Da sé.)

LAVINIA:

(Aimè, qualche disastro). (Da sé.)

FABRIZIO:

Che comanda?

CAVALIERE:

Chiamate il conte Policastro. (Sostenuto.)

FABRIZIO:

Subito. Ho da tornare a far da capitano,

Coi baffi sul mostaccio e colla spada in mano?

CAVALIERE:

Eseguite il comando.

FABRIZIO:

Subito, sì signore.

(Questa volta il padrone mi par di malumore). (Da sé, parte.)

LAVINIA:

Signor, la mia condotta voglio giustificata.

CAVALIERE:

Vi conosco abbastanza. (Serio.)

PAOLINO:

È una dama onorata.

CAVALIERE:

Questa difesa vostra può rendersi sospetta. (Come sopra.)

PAOLINO:

Spiegatevi, signore.

CAVALIERE:

Lo farò. Non ho fretta. (Come sopra.)

 

 

 


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