Carlo Goldoni
L'arcadia in Brenta

ATTO PRIMO

SCENA TERZA   Giardino che termina al fiume Brenta.   Rosanna, Laura, Giacinto, Foresto sopra sedili erbosi; poi Fabrizio

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SCENA TERZA

 

Giardino che termina al fiume Brenta.

 

Rosanna, Laura, Giacinto, Foresto sopra sedili erbosi; poi Fabrizio

 

a quattro

Che amabile contento

Fra questi ameni fiori,

Godere il bel concento

Degli augellin canori!

Che bell'udir quest'aure,

Quell'onde a mormorar!

FABR.

Che bella compagnia!

Fa proprio innamorar.

a quattro

Che bell'udir quest'aure,

Quell'onde sussurrar!

 

GIAC.

Bellissima Rosanna,

Nell'Arcadia novella

Bramo che siate voi mia pastorella.

ROS.

Anzi mi fate onore,

E vi accetto, signor, per mio pastore.

FOR.

E voi, Lauretta cara,

Seguendo dell'Arcadia il paragone,

La pecora sarete...

LAU.

E voi il caprone.

FABR.

Bravi! così mi piace.

Voi quattro in buona pace

State qui allegramente,

Ed il pover Fabrizio niente, niente.

GIAC.

Via, sedete, o signor.

FABR.

Io sederei

Qui volentieri un poco,

S'uno di lor signor mi desse loco.

FOR.

Intesi a dir, fra l'altre cose vere,

Che non manca mai sedia a chi ha il sedere.

FABR.

(Cappari! il caso è brutto.

Io niente, e loro tutto? Aspetta, aspetta).

Amico, una parola. (a Foresto)

FOR.

E che volete?

FABR.

Parlar di quel negozio.

FOR.

Di che?

FABR.

Non m'intendete? Uh capo storno!

FOR.

Dell'arsan?

FABR.

!

FOR.

Lauretta, adesso torno. (s'alza)

Eccomi, ov'è il denaro?

FABR.

Aspettate un momento.

Passeggiate un tantino, ed io mi sento. (siede nel loco di Foresto)

Ah, ah, te l'ho ficcata.

Oh questa sì ch'è bella!

Io non voglio star senza pastorella.

FOR.

Pazienza! me l'hai fatta;

Ma mi vendicherò.

LAU.

(Vuò divertirmi).

Bella creanza al certo!

Dove apprendeste mai

Cotanta inciviltà? (s'alza)

FABR.

Ma finalmente...

LAU.

Finalmente, vi dico,

Non si tratta così.

FABR.

Son io...

LAU.

Voi siete

Un bell'ignorantaccio.

Dirò meglio: voi siete un villanaccio.

FABR.

Al padrone di casa?

LAU.

Che padrone!

Questa casa ch'è qui, non è più vostra.

Questa è l'Arcadia nostra.

Noi siamo pastorelle, e voi pastore;

E non serve che fate il bell'umore.

FABR.

Dice ben.

FOR.

La capite?

LAU.

Non occorre che dite:

Voglio, non voglio.

FABR.

Oibò.

FOR.

Vogliamo fare

Tutto quel che ci pare.

FABR.

Signor sì.

LAU.

E non è poca

La nostra cortesia,

Che non v'abbiam sinor cacciato .

FABR.

Padroni.

FOR.

Avete inteso?

FABR.

Se non son sordo.

LAU.

Acciò ben lo capisca

La vostra mente stolta,

Ve lo tornerò a dir un'altra volta.

 

Vogliamo fare

Quel che ci pare.

Vogliam cantare,

Vogliam ballare,

E voi tacete,

Poiché voi siete

Senza giudizio.

Signor Fabrizio,

Siete arrabbiato?

Via, che ho burlato:

Nol dirò più.

L'Arcadia nostra

Tutto permette.

Due parolette

Non fanno male;

Un animale

Di voi più docile

Giammai non fu. (parte)

 

 

 


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