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COL. Eccellenza, or ora il signor Conte verrà.
LUIG. Benissimo, non occorr’altro.
COL. (I miei fiori! Oh poveri i miei fiori!) (vedendoli in terra)
COL. La servo. (nel metter l’ultima sedia, s’abbassa per prenderli)
COL. (Col piede della sedia li pesta rabbiosamente)
LUIG. Che cosa fai?
COL. Questa sedia non vuole star ritta. (come sopra)
LUIG. Eh rabbiosetta, veh!
COL. (Possano diventar tanti diavoli, che le saltino per il guardinfante). (da sé, parte)
LUIG. Non so se don Sigismondo avrà ancora parlato col Conte, a tenore del mio discorso. Basta, mi conterrò diversamente con lui, e s’egli ha della soggezione a dichiararsi per me, gli farò coraggio. Eccolo che viene.