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VITTORIA: Favorisca, signor Filippo. Ho piacer di dirle due parole qui in questa camera, che nessuno ci senta.
FILIPPO: Sì, volentieri. Già io in sala ci sto come una statua. Giocano al faraone, ed io al faraone non gioco.
VITTORIA: Fatemi grazia. Presentemente la signora Giacinta dov'è?
FILIPPO: Io non so dove sia. Io non le tengo dietro. Oh! sì, che in campagna si può tener dietro a voialtre fanciulle.
VITTORIA: E il signor Guglielmo dov'è?
FILIPPO: Peggio. Volete ch'io sappia dove vanno tutti quelli che sono in casa da me?
VITTORIA: Il punto sta, signore, che mancano tutti e due.
FILIPPO: E chi sono questi due?
VITTORIA: Il signor Guglielmo e la signora Giacinta.
FILIPPO: E che importa questo? Uno sarà in un loco, e l'altra sarà nell'altro.
VITTORIA: E se fossero insieme?
FILIPPO: Oh! in materia di questo poi, mia figlia non è una frasca.
VITTORIA: Io non dico diversamente. Ma so bene che alla tavola, dove ora si gioca, non si fa che parlare di questa cosa; e vedendo che sono tutti e due spariti...
VITTORIA: Mancano tutti e due, e non si sa dove siano.
FILIPPO: Cospetto! cospetto! Cosa dice il signor Leonardo?
VITTORIA: Mio fratello è andato in traccia di loro.
FILIPPO: Se scopro niente... Se me ne accorgo... Vo' andare in questo momento... Ma ecco il signor Leonardo, sentiremo qualche cosa da lui.