Carlo Goldoni
L'avventuriere onorato

ATTO SECONDO

SCENA UNDICESIMA

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SCENA UNDICESIMA

 

Altra camera di donna Livia.

Donna Livia ed Eleonora.

 

LIV. Qui in questa stanza staremo con maggior libertà. Qui potete svelarmi ogni arcano, senza timore che nessuno ci ascolti.

ELEON. Prima ch’io passi a narrarvi la serie delle mie disavventure, permettetemi ch’io vi chieda se sia a vostra notizia, che trovisi qui in Palermo un giovine veneziano, nominato Guglielmo.

LIV. Sì, egli è in Palermo; lo conosco benissimo. (Oimè! mi trema il cuore). (da sé)

ELEON. Deh, assicuratemi se sia vero ciò che poc’anzi mi venne asserito, cioè s’egli trovisi nella vostra casa.

LIV. È verissimo, egli è in mia casa.

ELEON. Ah! signora, sappiate che Guglielmo è il mio sposo.

LIV. Come! vostro sposo Guglielmo?

ELEON. In Napoli ei mi diede la fede.

LIV. Le nozze sono concluse?

ELEON. Egli partì nel punto in cui si dovevano concludere.

LIV. Per qual ragione vi abbandonò?

ELEON. Guglielmo in Napoli avea intrapreso un certo traffico mercantile...

LIV. (Ha fatto anche il mercante). (da sé)

ELEON. Ed era unito in società con un altro. Lo tradì il suo compagno, gli portò via i capitali, e il poveruomo fu costretto a partire.

LIV. Dove andò egli?

ELEON. A Gaeta.

LIV. A fare il medico?

ELEON. È vero; la necessità lo fece prender partito.

LIV. Tornò in Napoli a rivedervi?

ELEON. Tornovvi dopo il giro di pochi mesi. Ma siccome lo insidiavano i creditori, assassinati dal compagno infedele, dovette nuovamente partire, e si è ricoverato in Palermo.

LIV. Con voi ha tenuto corrispondenza?

ELEON. Appena ebbi la prima lettera, mi partii tosto da Napoli per rintracciarlo. I venti contrari mi tennero quattro mesi per viaggio: egli non ha avuto mie lettere, e forse mi crederà un’infedele.

LIV. (Ah, mie perdute speranze! Ah Guglielmo, tu non mi dicesti di essere con altra donna impegnato!) (da sé)

ELEON. Deh, movetevi a pietà di me. Concedetemi ch’io veder possa il mio adorato Guglielmo.

LIV. Eccolo ch’egli viene alla volta nostra. (La gelosia mi divora). (da sé)

ELEON. Oh cielo! La consolazione mi opprime il cuore.

 

 

 


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