Carlo Goldoni
L'avventuriere onorato

ATTO TERZO

SCENA DICIASSETTESIMA

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Conte Portici, introdotto da un Servitore del Vicerè, e detti.

 

CO. PORT. Signore, io comparisco in faccia dell’Eccellenza Vostra un calunniatore, poiché colui avrà avuto l’arte di farsi credere qualche cosa di buono. Non è maraviglia che un poeta, e un poeta teatrale, avvezzo a macchinar sulle scene, abbia l’abilità di guadagnarsi l’animo di chi l’ascolta. Io son nell’impegno, e ci va del mio decoro medesimo, se non fo constare quanto ho allegato intorno alle di lui imposture. Glielo dico in faccia, e non ho soggezione. Se a me l’Eccellenza Vostra non crede, ecco chi più di me lo conosce: venite, signor Conte, venite, signor Marchese. Questi due cavalieri vi parleranno di lui. (al Vicerè)

 

 

 


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