Carlo Goldoni
I bagni di Abano

ATTO PRIMO

SCENA TREDICESIMA   Monsieur La Flour e detti

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SCENA TREDICESIMA

 

Monsieur La Flour e detti.

 

LA FL.

Eccoli tutti a pranzo.

Voglio provar se riescemi un bel gioco.

Vuò alle lor spalle divertirmi un poco. (si ritira)

 

 

LUC.

Vezzosette, graziosine,

Mangerei due polpettine,

Ma da voi le prenderò.

 

ROS.

} a due

Polpettine? signor no.

LIS.

LUC.

Ma perché?

 

ROS.

} a due

Vi farian male.

LIS.

LIS.

Della zuppa senza sale,

Se volete, vi darò.

 

LUC.

Da voi tutto prenderò.

 

PIR.

} a due

(Che smorfioso! che sguaiato!)

MAR.

LUC.

Vorrei esser imboccato.

 

ROS.

} a due

Signor sì, v'imboccherò.

LIS.

LIS.

Un bocconcino

 

ROS.

Un cucchiarino. (lo vanno imboccando)

 

LUC.

Com'è bonino!

 

PIR.

} a tre

Che carità!

MAR.

LUC.

a quattro

Cos'è questo?

Presto, presto,

Un tremore

Sento al core.

Cosa, cosa mai sarà?

(Si vede Monsieur la Flour col libro in mano, facendo alcuni segni, e tutto in un tempo la tavola si trasforma in una prospettiva di palazzino con varie porte, da una delle quali esce subito Pirotto, trasfigurato in Coviello)

 

 

PIR.

Io non saccio chi me sia,

Ma me sento, mamma mia,

Una forza da leon.

(Da un'altra porta esce Marubbio, trasfigurato in un vecchio colla barba lunga)

 

 

MAR.

Me meschino, sì canuto

Come mai son divenuto?

Quel ch'io ero, più non son.

 

PIR.

Chi sei tu, brutto vecchiaccio?

 

MAR.

Con chi parli, animalaccio?

 

PIR.

Quel barbon ti pelerò.

 

MAR.

Col baston ti accopperò.

 

a due

Io timor di te non ho.

(Da una porta esce Lisetta, trasfigurata da napolitana alla spagnola)

 

 

LIS.

Lassa stare - foss'acciso, (a Marubbio)

Brutto vecchiaccio,

Faccia d'empiso.

 

a tre

Io timor di te non ho.

(Da un'altra porta esce Rosina, trasfigurata da vecchia veneziana)

 

 

ROS.

Oh poveretto!

El mio vecchietto

Lassème star.

 

LIS.

Voglio pelarlo.

 

PIR.

Voglio scannarlo.

 

MAR.

Vecchia dabbene,

Mi raccomando.

 

ROS.

Via, che ve mando

Quanti che .

 

a quattro

Quanta paura!

Quanta bravura!

 

PIR.

} a tre

Che stravaganza.

Dentro di me!

MAR.

ROS.

ROS.

Via, che ve mando

Quanti che .

(Luciano esce da un'altra porta, vestito da donna con maschera caricata)

 

LUC.

Cos'è questo rumore?

Che cosa qui si fa?

 

a quattro

Signora, perdonate

La mia temerità. (le fanno riverenza)

 

LUC.

Io voglio andar a letto.

Portatemi rispetto,

Perché mi sento mal.

 

a quattro

Non più malinconia,

Ma stiamo in allegria,

Facciamo carneval.

 

PIR.

Bene mio, ti voglio bene.

 

LUC.

Via di qua, che non conviene.

 

MAR.

Io di voi sarò amoroso.

 

LUC.

Che vecchiaccio malizioso!

 

ROS.

Se putta, stè da putta. (a Luciano)

 

LIS.

Se sei zita, sei pur brutta.

 

LUC.

Non mi vuò lasciar toccar.

 

a cinque

Stiamo tutti allegramente,

E cantiamo unitamente,

Senza niente sospettar.

Evviva l'amore che fa giubilar. (partono)

 


 

 

 


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