Carlo Goldoni
I bagni di Abano

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA   Marubbio, e Luciano nel letto; poi Rosina

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SCENA SETTIMA

 

Marubbio, e Luciano nel letto; poi Rosina

 

MAR.

In tant'anni ch'io sono in questi bagni,

Non ho mai più veduto

Caso simile a questo.

ROS.

Aiuto, aiuto. (corre spaventata)

MAR.

Cos'è stato?

ROS.

Colà...

MAR.

Dove?

ROS.

Ho veduto...

MAR.

Che?

ROS.

Una brutta cosa.

MAR.

Che cosa?

ROS.

Brutta, brutta.

MAR.

Ma come?

ROS.

Si moveva...

MAR.

Davvero?

ROS.

Oimè! (con timore)

MAR.

Dite, cos'era?

ROS.

Un gatto nero.

MAR.

E per un gatto si fa tanto chiasso?

ROS.

Mi guardava cogli occhi.

MAR.

E bene?

ROS.

Oimè!

Tremo dalla paura.

MAR.

Paura d'un gattino?

ROS.

Ho paura ch'ei fosse un diavolino.

MAR.

Ma sei pur una donna spiritosa.

ROS.

Ora son paurosa.

Dopo che mi ho veduta

Diventar una vecchia colle rappe,

Le budelle mi fanno lippe lappe.

MAR.

Ora ti compatisco.

È stata veramente

La peggior burla che si possa mai

Fare a una donna. Sì, ti compatisco

Tutt'altro si potrebbe sopportare,

Ma non la malattia dell'invecchiare.

 

Voi altre femmine,

Se gli anni passano,

Perdete il merito

Della beltà.

Non così gli uomini

Che, quando invecchiano,

Maggior acquistano

La venustà.

Belletti e polvere

Non ci abbisognano;

Siamo i medesimi

In ogni età. (parte)

 

 

 


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