Carlo Goldoni
I bagni di Abano

ATTO SECONDO

SCENA DECIMA   Lisetta, poi Riccardo

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SCENA DECIMA

 

Lisetta, poi Riccardo

 

LIS.

Povero pazzo! Sai cosa ti dico?

Muori, non muori, non m'importa un fico.

RICC.

Ah Lisetta, pietà!

LIS.

Che cosa è stato?

RICC.

M'ha la vostra padrona assassinato.

LIS.

Come? vi ha preso forse

I denari, la roba?

RICC.

Eh scioccherie!

Peggio mi ha fatto assai.

LIS.

Non crederei

Vi potesse levar la sanità.

RICC.

Ha trattato il cuor mio con crudeltà.

LIS.

Via, via, non vi è gran male.

RICC.

Ah, che soffrirlo

Certamente non posso.

LIS.

Eppur convien soffrire.

RICC.

No.

LIS.

Che volete far?

RICC.

Voglio morire.

LIS.

Questa, signore, è l'ultima pazzia.

Quando altro dir non sanno,

Tutti dicon così, ma non lo fanno.

RICC.

D'alme vili codesto è facil dono.

Troppo costante io sono,

Quando prometto affetto,

E son fedel di crudeltà a dispetto.

Traditrice Violante! E come mai

Fino sugli occhi miei

Far finezze al rival per mio martello?

Dirmi ch'è più di me vezzoso e bello?

Intenderla non so. Parmi che un sogno,

Che una larva sia questa; ed ho rossore

Di pensar che il suo cor sia traditore.

 

Mi sento ancora impressa

L'immagine nel petto

Di quel primiero affetto,

Che fu giurato a me.

Non è per me la stessa;

Pur troppo, oh Dio! lo vedo.

Eppure ancor non credo

Che priva sia di . (parte)

 

 

 


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