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TRUFF. Quando in quella lettera no gh'e più sostanza de cussì, no me curo gnanca de portarghela a sior Pantalon. Me despias per el me salari, ma za che tutto va a precepizio, cercherò anca mi de pagarme sui resti.
LEAN. Truffaldino, son disperato.
TRUFF. E anca mi son per la medesima strada.
LEAN. Mio padre ha consumato tutto il suo patrimonio e la mia legittima, e la dote ancor di mia madre di cui io solo era l'unico erede.
TRUFF. Consoleve, signor, che l'ha consumà anca el me salari.
LEAN. Mia madre, poverina, è morta per le passioni di animo che le ha fatto provare.
TRUFF. Oh, mi mo per questo no voio che me doggia la testa.
LEAN. E per far sempre peggio, si è rimaritato mio padre con una giovane vana, petulante, superba.
TRUFF. Questa farà le vendette de vostra madre, la lo farà morir de desperazion.
LEAN. Ma almanco, già che si è rimaritato, avesse lasciato da parte tante altre pratiche, tante amicizie che lo rovinano.
TRUFF. El xe deventà sempre pezo.
LEAN. Che ho da far io, povero giovine?
TRUFF. E mi cossa oio da far, povero pupillo?
LEAN. Mi trovo senza un danaro.
LEAN. Andar a servire non mi conviene.
TRUFF. Gnanca a mi sfadigar no me piase.
LEAN. Anderò per il mondo pellegrinando.
TRUFF. Batter la birba l'è el più bel mistier che se possa far.
LEAN. Parmi, se non m'inganno... (osservando la casa del Dottore) Sì, è dessa. La signora Vittoria affacciasi alla finestra. Ritirati, Truffaldino, lasciami un poco esperimentare, a fronte delle mie miserie, l'affetto di questa giovane.
TRUFF. E mi gnente affatto. (parte)