Carlo Goldoni
La bancarotta, o sia il mercante fallito

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

Leandro, poi Aurelia

 

LEAN. Pazienza; non mi è riuscito ritrovar Brighella. Ma se porterà al sarto la roba, egli è avvisato, e gliela farò sequestrar nelle mani. Ecco qui; mio padre se ne va altrove e lascia la bottega sola. Continua colla solita sua negligenza. Almeno avesse chiamato i giovani. Chi è di ? c'è nessuno?

AUR. Chi chiamate, signor Leandro? (viene dall'interno della bottega)

LEAN. Qualcheduno che stia qui, sicché non resti la bottega sola.

AUR. Si è rimesso roba che basti nella bottega?

LEAN. Abbiamo un passabile sortimento da servire anche uno sposalizio, se occorre. Molta roba era ordinata; capitò nei giorni passati, ed io l'ho avuta sulla mia parola; altra mi è stata fidata da' miei amici, che hanno avuto compassione di me.

AUR. Che bei drappi ci sono all'ultima moda?

LEAN. Uno fra gli altri mi par bellissimo, con poco argento, ma bene distribuito. Non costa molto, ma in opera deve riuscire assai bene.

AUR. Potrei vederlo? Per semplice curiosità.

LEAN. Ma voi, signora, non istate bene in bottega.

AUR. Ora non passa nessuno. Vedo questo drappo e me ne vado subito.

LEAN. Eccolo qui. Osservate. (le fa vedere una pezza di broccatello)

AUR. Veramente bello; bello, di ottimo gusto. Quanto lo venderete al braccio?

LEAN. A me lo mettono cinquanta lire; faccio il conto di venderlo tre zecchini.

AUR. È bellissimo veramente.

LEAN. Vi piace dunque.

AUR. Sì, mi piace tanto, che ne voglio un taglio per me.

LEAN. Oh, signora, perdonate, ora non è il tempo che vi facciate un abito di questa spesa.

AUR. Lo voglio assolutamente.

LEAN. Bel guadagno che farà il negozio.

AUR. Segnatelo a mio conto. Mi ha promesso il signor Dottore, che avrò una mesata di tre zecchini.

LEAN. Da chi avrete questa mesata?

AUR. Da vostro padre, da voi, dal negozio.

LEAN. Tre zecchini il mese? Mi contenterei poterne ricavar tanti da mantener la famiglia, senza aggravarci di maggiori debiti.

AUR. Basta, per ora voglio quest'abito, e poi la discorreremo.

LEAN. Non signora; non l'avrete.

AUR. Non l'avrete? A me si dice non l'avrete? Colla mia dote si è assicurata la roba della bottega.

LEAN. Colla vostra dote e coll' di mia madre.

AUR. E per conto mio voglio ora quest'abito.

LEAN. Ed io a proporzione posso dire di volerne quattro.

AUR. Prendetene anche sei, non m'importa. Intanto porto via questa pezza, e fate conto di non averla. (parte, e si porta seco il broccato)

 

 

 


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