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MENG. |
Qualche cosa di buono. In questa guisa |
Sei troppo dottoressa. Ho inteso dir più volte da mio padre: |
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MENG. |
Son donna, è vero; è ver, son nata vile, Volesse il ciel che anch'io, Qual fu la madre tua saggia Marcolfa, Andar potessi in Corte. Io ti prometto Che vorrei mi portassero rispetto. |
Orsù, finché si cuociano i fagiuoli, Lavoriamo anche un poco. Tu con la tua rocchetta, Ed io raccoglierò di questa erbetta. |
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MENG. |
Sì, lavoriamo, e intanto
Ciascun mi dice ch'io son tanto bella, Che sembro esser la figlia d'un signore, Chi m'assomiglia alla Diana stella, Chi m'assomiglia al faretrato Amore. Tutta la villa ognor di me favella, Che di bellezza porto in fronte il fiore. Mi disse l'altro giorno un giovinetto: |