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Erminio dal ponte levatore, frattanto che Menghina canta, scende e vien al basso. Poi Bertoldino
ERM. |
Ditemi, siete quella |
MENG. |
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ERM. |
Dunque chi fu? |
MENG. |
La nostra pecorara |
ERM. |
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Chi è costui? cosa vuol? |
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ERM. |
Amico, io vengo A ritrovarti d'ordine del re. |
ERM. |
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E cos'è questa Corte? è maschio o femmina? Non l'ho veduta mai. |
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ERM. |
Ed in essa farai la tua fortuna. |
Io farò la fortuna? Oh questa è bella. |
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MENG. |
La sua semplicità. |
ERM. |
Nulla m'offendo; |
MENG. |
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Tu sei una villana, E ti vorrian far far la cortigiana. |
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ERM. |
Male non sospettar. Starà Menghina Presso della regina. |
ERM. |
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Che vuol dai fatti miei? |
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MENG. |
Forse migliorerem la nostra sorte. Senza un po' di sollazzo, e finalmente |
Sì, sì; sentito ho a dir che in la città Che senza faticar sazia sue voglie |
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MENG. |
Sciocco che sei! Per tutto, Chi giudizio non ha, si rompe il collo. Il soverchio timor la donna offende; |
MENG. |
Ancor tu dei venir. |
Verrò, ma prima |
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MENG. |
Sì, sì, ne avrò piacer. |
ERM. |
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Non ha bisogno; |
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MENG. |
Vuol la creanza Del costume civil sono informata.
Un qua, l'altro di là. Ma tutti due li mandano... Voi m'intendete già. |