Carlo Goldoni
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Bertoldino e detti.

 

BERTOL.

(Oh bella! Oh disinvolta!

Oh cara! A due alla volta!)

 

MENG.

Potete assicurarvi

Ch'io sarò per amarvi,

Anzi per inchinarvi.

 

BERTOL.

Sì, signori, con l'irvi e con l'ararvi.

 

ERM.

Oh caro Bertoldino,

Così ben in arnese

Tu mi rassembri un cavalier francese.

 

BERTOL.

Oh in quanto a questo poi,

Francese, padron mio, sarete voi.

 

RE

Eh via, non gli abbadate. (a Menghina)

 

MENG.

Lo fo per convenienza. (al Re)

 

BERTOL.

Signor re, mio padron, con sua licenza. (entra in mezzo fra il Re e Menghina)

 

RE

Olà, che ardire è il tuo?

 

BERTOL.

Ognuno puote ricercar il suo.

 

ERM.

Certo colui è un pazzo. (a Menghina)

 

MENG.

Pur troppo tal egli è per mia disgrazia.

 

RE

Sei geloso?

 

BERTOL.

Gnorsì... con buona grazia. (va tra Erminio e Menghina)

 

ERM.

Ma da me che pretendi?

 

BERTOL.

Vorrei saper da voi... (a Menghina)

 

RE

Menghina cara,

Pria che lasciarvi io giunga...

 

BERTOL.

Galantuom, la va lunga. (al Re)

 

MENG.

Di che ti lagni mai? (a Bertoldino)

 

ERM.

Lasciatel dire. (a Menghina)

 

BERTOL.

Oh razza porca, la vogliam finire?

 

ERM.

Non far l'impertinente,

O ti faccio provare il mio bastone.

Villano, mascalzone,

Asinaccio vestito in ricche spoglie,

Non sei degno d'aver sì bella moglie. (passa dalla parte di Menghina)

 

BERTOL.

Quest'è un'impertinenza.

 

MENG.

Marito, abbi pazienza.

Son fida, onesta son più che non credi;

Ma se in mezzo mi vedi

A questi due, non è gran stravaganza:

Della donna civil quest'è l'usanza.

 

BERTOL.

Questa ragion non vale.

Tu civile non sei, né criminale.

Corpo di Satanasso,

Devi venir con me.

 

ERM.

Non far fracasso. (alza il bastone)

 

BERTOL.

Bel bello, io vi domando

Alfin la roba mia. (va dalla parte del Re)

 

RE

L'ossa ti romperò, se non vai via. (alza il bastone)

 

BERTOL.

Menghina...

 

MENG.

Eh via, sta zitto.

 

BERTOL.

Dunque dovrò vedere,

Osservare, e tacere?...

 

RE

E andartene tu dei da questa stanza.

 

BERTOL.

Io? Perché?

 

RE

}a due

Perché sì.

ERM.

MENG.

Perché è l'usanza.

 

 

BERTOL.

Maledetti quanti siete,

Non mi fate disperar.

Via, Menghina, - poverina,

Vienmi, o cara, a consolar.

Fermi, fermi, no, non fate: (lo minacciano)

Non vogl'io le bastonate,

O piuttosto ;

Oh che rabbia ch'ho nel petto:

Dal dispetto io creperò. (parte)

 

 

 

 


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