Carlo Goldoni
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

La Regina sola.

 

 

Erminio mi schernisce,

Lo sposo mi tradisce,

M'abbandona ciascun e mi deride,

E il dolor mi tormenta, e non m'uccide?

Barbaro, ingrato sposo,

Traditor, inumano,

Se per affetto insano

Sprezzi il mio fido amore,

Vieni, spietato, a lacerarmi il core.

Ecco il petto innocente:

Impugna, impugna il ferro,

Qua ferisci ed impiaga, alma crudele;

Svena con le tue man la tua fedele.

Ma no, ferma, e rammenta,

Pria di passarmi il petto,

Quel dolce primo affetto

Onde un tempo mi amasti,

Che tuo ben mi chiamasti,

Che tu sei... che son io... ma che ragiono?

Spargo al vento i sospiri, e folle io sono.

 

Confusi i miei pensieri

M'empiono di spavento,

E dal dolor mi sento

L'anima lacerar.

Ma più cresce il mio affanno

Perché pietà non vedo

Nel traditor, né credo

Maggior ne' giorni miei

Poterlo, oh Dio! provar. (parte)

 

 

 


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