Carlo Goldoni
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

Cacasenno, poi Lisaura

 

CAC.

Oh poveraccio me, cosa sarà?

Ho perduto la mamma ed il papà.

M'è stato detto ch'eran qui venuti,

Ma non li trovo ancora,

E sento che la fame mi divora.

Io non so dove sia;

Fra tante belle cose mi confondo:

Parmi d'esser passato all'altro mondo.

Ma chi è questa ragazza,

Che così ben vestita

Per qui rivolge il passo?

Figlia sarà di qualche villan grasso.

LIS.

Olà, che fai tu qui, brutto villano?

Va via, va via di qua.

CAC.

Cerco la mamma.

LIS.

Oh faccia di minchione,

Ti conosco che sei quel bernardone.

CAC.

Eh non mi strapazzate;

Perché, perché, se no,

Qualche cosa nel grugno vi darò.

LIS.

A me questo? Briccone,

Son la principessina,

Figlia della regina;

Se non saprai parlare,

Ti farò bastonare.

CAC.

Oh perdonate!

No, no, non farò più. Facciamo pace.

Divertiamoci un poco,

Facciamo a qualche gioco.

Sette, cinque.

LIS.

Insolente!

CAC.

Bellina!

LIS.

Impertinente.

CAC.

Vi voglio tanto bene.

LIS.

Che sì, che sì, se viene

Il re mio padre, e non mi lasci stare,

Ch'io ti faccio ben bene bastonare.

 

Son ancora piccinina,

Non mi posso vendicar.

Quando poi sarò regina,

Saprò farmi rispettar,

Ed ognuno mi dirà:

«Che vezzosa Maestà».

Avrò paggi, avrò lacchè,

Colla coda avrò il mantò,

E se alcun mi burlerà,

Cospetton, se n'avvedrà. (parte)

 

 

 


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