Carlo Goldoni
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno

ATTO SECONDO

SCENA DICIOTTESIMA

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA DICIOTTESIMA

 

Bertoldino e detti, poi Bertoldino parte, e torna con Cacasenno vestito da donna.

 

BERTOL.

(Eccola con un altro cavaliere.

Oh questo è un bel mestiere!)

 

BER.

Datemi almen la man, per carità.

 

MENG.

Io la man vi darò per civiltà.

 

BERTOL.

(Che ti venga la rabbia!

Eppur degg'io tacere.

Ma voglio un po' vedere

Se questa moglie mia sì spiritosa

È del marito suo punto gelosa). (parte)

 

MENG.

Almen mi faccia grazia

Dirmi come si chiama.

 

BER.

Or ve lo dico:

Io mi chiamo il marchese Papafico.

 

MENG.

(Oh che nome curioso!)

 

BER.

(Oh che piacer gustoso!)

Vuol ch'io la serva?

 

MENG.

Lei può comandare.

(Torna Bertoldino con Cacasenno)

 

BERTOL.

(Vieni meco: sta zitto, e non parlare).

 

CAC.

(Ma se donna non sono...)

 

BERTOL.

(Chetati, animalaccio, o ti bastono).

 

MENG.

Bertoldin, chi è colei?

 

BERTOL.

Badate ai fatti vostri, io bado ai miei.

 

BER.

Dice bene: lasciate che ognun goda.

Facciamola alla moda.

 

BERTOL.

Mia cara mascheretta. (a Cacasenno)

 

MENG.

Oh razza maledetta!

 

BERTOL.

Ti voglio tanto bene.

 

MENG.

Bertoldin, chi è colei?

 

BERTOL.

Badate ai fatti vostri, io bado ai miei. (a Menghina)

 

BER.

Venite, state salda. (a Menghina)

 

MENG.

La testa mi si scalda.

 

BERTOL.

Sì, caro idolo mio. (a Cacasenno)

 

MENG.

Indegno... (a Bertoldino)

 

BERTOL.

Taci tu, che taccio anch'io. (a Menghina)

 

MENG.

Chi è colei?

 

BERTOL.

Chi è colui?

 

MENG.

Io non lo so.

 

BERTOL.

Io lo voglio sapere.

 

MENG.

Io lo saprò.

 

Vuò conoscere quella Marfisa.

 

BERTOL.

Vuò saper quel Zerbino chi è.

 

CAC.

(Io mi sento crepar dalle risa).

 

BER.

(Vuò che impari a burlarti di me).

 

BERTOL.

Aspetta, ti giuro, t'avrai da pentir.

 

MENG.

Questa maschera voglio scoprir.

(Menghina smaschera Cacasenno, e Bertoldino smaschera Bertoldo)

 

BER.

Riverisco, signora garbata.

 

CAC.

Gli son serva divota, obbligata.

 

BER.

}a due

Oh chi vedo! chi diavolo è qui?

MENG.

BERTOL.

Veramente tu sei di buon gusto.

 

BER.

}a due

Che bellezza, che grazia, che fusto!

CAC.

MENG.

Vecchio pazzo, briccon di ragazzo,

M'hai schernito, mi vuò vendicar.

 

BER.

Vi son servo. (a Menghina)

 

CAC.

Vi fo riverenza. (a Menghina)

 

BER.

Chi s'inchina convien ringraziar. (a Menghina)

 

MENG.

Temerari, vi voglio ammazzar.

 

CAC.

Aiuto!

 

BERTOL.

Fermate.

 

BER.

Lasciatelo star.

 

BERTOL.

}a due

Oh che spasso, che rider, che gioia!

BER.

MENG.

}a due

Oh che rabbia, che stizza, che noia!

CAC.

a quattro

Io mi sento

da rider

di rabbia

crepar.

 


 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License