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DOR. |
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ZAN. |
Mi però son più furbo assae de lori. Ma no vôi buttar via st’ora preziosa). Un terribile ardor che me tormenta. |
DOR. |
Signor, lei troppo presto Ad un recente mal cerca il rimedio; Certo vussignoria |
ZAN. |
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DOR. |
Ascolti, è questa.
Pianger deve, soffrire e penare; S’è la donna tiranna e crudele, Deve sempre servire e pregare, Né mai chieder sfacciato così. Nella scuola d’amor non precede Ad un lungo servir la mercede; Sol premiato è chi fido servì.
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ZAN. |
Questa, la me perdona, In quanto a mi, xe una lizion minchiona. Ò sofferto, ò servio tanto che basta; Pazientar più no posso, |
DOR. |
La sua bestialità mi rende noia. |
ZAN. |