Carlo Goldoni
Il bugiardo

ATTO TERZO

Scena Quattordicesima. Colombina e detti

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Scena Quattordicesima. Colombina e detti

 

COL. Signora.

ROS. (Le parla all'orecchio)

COL. Subito.

DOTT. Vergognatevi di esser così bugiardo!

LEL. Se mi sentite più dire una bugia, riputatemi per uomo infame.

OTT. Cambiate costume, se volete vivere fra gente onesta.

LEL. Se più dico bugie, possa essere villanamente trattato.

COL. (colla scatola con i pizzi) Eccola. (la a Rosaura)

ROS. Tenete signor impostore. Questi sono i pizzi, che mi avete voi regalati. Non voglio nulla del vostro. (offre a Lelio la scatola con i pizzi)

FLOR. Come! Quei pizzi li ho fatti comprar io.

BRIG. Sior sì, mi ho pagà i dieci zecchini all'insegna del Gatto, e li ho mandadi alla signora Rosaura per el zovene della bottega, senza dir chi ghe li mandasse.

ROS. (li prende) Ora intendo; Florindo mi ha regalata, e l'impostore s'è fatto merito.

LEL. Il silenzio del signor Florindo mi ha stimolato a prevalermi dell'occasione, per farmi merito con due bellezze. Per sostenere la favola, ho principiato a dire qualche bugìa, e le bugìe sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento. Ora mi converrà sposar la Romana. Signor Dottore, signora Rosaura, vi chiedo umilmente perdono, e prometto che bugìe non ne voglio dire mai più. (parte)

ARL. Sta canzonetta l'ho imparada a memoria. Busìe mai più, ma qualche volta, qualche spiritosa invenzion.

DOTT. Orsù, andiamo. Rosaura sposerà il signor Florindo, e il signor Ottavio darà la mano a Beatrice.

OTT. Saremo quattro persone felici, e goderemo il frutto de' nostri sinceri affetti. Ameremo noi sempre la bellissima verità, apprendendo dal nostro bugiardo, che le bugie rendono l'uomo ridicolo, infedele, odiato da tutti; e che per non esser bugiardi, conviene parlar poco, apprezzare il vero, e pensare al fine.

 

 

Fine della Commedia.

 

 


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