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COST. Sior Ridolfo, me consolo con ela.
COST. Gnente, gnente. (L'ho ditto, no la voleva in casa sta femena).
ROS. Signora, non credo mai che prendiate ombra di me, perché questo signore ha favorito di tenermi un poco di compagnia.
TRACC. (Zitto). (piano a Rosina)
RID. (Brava costei davvero. Ora parla toscano perfettamente).
COST. Mi la sa che l'ho ricevuda in casa per servizio, ma in casa mia, la me compatissa...
RID. In fatti, signora Costanza, io son venuto ad alloggiare da voi, credendo di star qui solo.
ROS. S'ella desidera che gli si levi l'incomodo...
RID. Ma trattandosi per pochi giorni, ed essendo una persona onesta, che viene accompagnata da suo fratello...
COST. Ha da vegnir anca un so fradello?
TRACC. (Dice che sicuramente ha da stare in quella casa anche lui)
COST. Eh, per vu v'ho parecchià un lettesin in spazzacusina, e bisognerà che stè come che podè. (a Traccagnino)
TRACC. (Che in spazzacucina non ci vuole stare, che vuole una buona camera)
COST. Certo! Anderò a intrigar una camera per un tocco de servitor?
TRACC. (Va in collera, perché gli dice servitore)
ROS. (Zitto, patriotto, per amor del cielo). (a Traccagnino)
RID. Con permissione della signora Costanza, vado per un affare, e ritornerò quanto prima.
RID. A consegnar questa lettera ad un mercante, perché me la spedisca sicura.
COST. La s'arecorda che me preme fenirghe quel discorsetto.
RID. Preme anche a me moltissimo. Or ora ci rivedremo. Servo di lor signore. (Ho una curiosità ardentissima di rintracciare Isabella). (parte)