Carlo Goldoni
Il buon compatriotto

ATTO TERZO

SCENA SEDICESIMA   Costanza e la suddetta.

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SCENA SEDICESIMA

 

Costanza e la suddetta.

 

COST. Patrona, siora Bettina.

ISAB. Serva sua.

COST. La perdoni se son tornada a incomodarla.

ISAB. Padrona. Ha ella qualche cosa da comandarmi?

COST. Ho da reverirla per parte de sior Ridolfo.

ISAB. Signora, viene ella a burlarmi?

COST. No, la veda, no son capace de burlar nissun.

ISAB. È forse concluso il di lei matrimonio con esso lui?

COST. Oh patrona no. No la s'indubita, che nol xe successo, e nol succederà.

ISAB. Mi pareva impossibile che il signor Ridolfo mi usasse un'azione simile.

COST. Oh, el xe un galantomo, no ghpericolo.

ISAB. S'è vero quel ch'ella diceva, avrà mancato a lei dunque.

COST. La senta, a qualchedun bisognava ch'el mancasse. L'aveva promesso a ela, el m'aveva promesso a mi, l'aveva promesso a una povera diavola de una bergamasca.

ISAB. A un'altra ancora aveva promesso?

COST. Se ghe piase!

ISAB. E a chi ha intenzione di voler mantener la parola?

COST. La leza sta polizza, e la sentirà.

ISAB. Che viglietto è questo?

COST. Un biglietto de sior Ridolfo.

ISAB. A chi lo scrive?

COST. La leza e la sentirà.

ISAB. (Legge) Ridolfo de' Citroccoli con quest'unica carta fa i suoi umilissimi complimenti colla signora Isabella de' Bisognosi, colla signora Rosina Argentini e colla signora Costanza Toffolotti...

COST. Che son mo mi.

ISAB. (Legge) Rende grazie a tutte tre delle loro finezze, gli dispiace non poter adempire con tutte tre i suoi impegni, e per non far torto a nissuna, le riverisce divotamente, e parte immediatamente per Napoli.

COST. Ala sentio?

ISAB. E dov'è presentemente il signor Ridolfo?

COST. Intanto che mi giera in soffitta a far i fatti mii, l'ha tolto suso el so bauletto, l'è montà in barca, el se l'ha fatta, e el n'ha lassà co sto bel complimento.

ISAB. E che cosa dite di quest'azione?

COST. Cossa dìsela ela?

ISAB. Io dico che un uomo simile non merita la mia stima.

COST. E mi digo, che se el gh'avesse in te le ongie, lo vorria frantumar come un pùlese.

ISAB. Indegno!

COST. Tocco de desgrazià!

ISAB. Con una figlia mia pari!

COST. Con una vedua della mia sorte!

ISAB. Ah, mio padre me lo prediceva.

COST. El cuor me l'ha ditto.

ISAB. Confesso che ho della pena a scordarmelo, ma converrà superarmi.

COST. Anca mi ghe voleva ben; ma el me xe andà zo dei garéttoli.

ISAB. Converrà ch'io obbedisca mio padre, e sposi quello ch'ei mi vuol dare.

COST. E mi bisognerà che me proveda d'una meggio occasion.

ISAB. Non mancan gli uomini, signora Costanza.

COST. Ma de boni ghe ne xe pochi.

ISAB. Vien gente, favorite nella mia camera.

COST. Ghe leverò l'incomodo.

ISAB. No, no, ho piacere che mi raccontiate tutto di quell'uomo cattivo.

COST. Se la savesse quella della signora Contessa!

ISAB. Andiamo, andiamo, la sentirò volontieri.

COST. Cosse da far romanzi. (parte)

ISAB. Il cielo mi vuol più ben ch'io non merito. (parte)

 

 

 


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