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Riosa, poi Lissandro in maschera
RIO. I sonadori! Bisogna ch'el voggia far un festin. Ghe scometto mi ch'el vol far un'improvvisata a so muggier. Siestu benedetto! Va là che ti xe una pua92. Ti xe una pasta de marzapan. Lo gradirala gnanca sta rustegona? (prende il lume in mano) Oh, l'ha lassà la porta averta: presto presto, che la vaga a serrar. Nissun me leverà dalla testa che in sta casa no se ghe senta. (tiene in mano il candeliere, e va per chiudere la porta. Nell'atto ch'ella vuol chiudere, si presenta Lissandro in maschera, col volto sul viso. Riosa si spaventa, le casca il candeliere di mano, la candela si smorza e grida) Agiuto.
LISS. Non abbiè paura, son mi. (si avanza)
RIO. Agiuto, agiuto. (torna a gridare, si salva all'oscuro e corre via)
LISS. Se trovasse la porta... (vorrebbe andar via)