Carlo Goldoni
Amor contadino

ATTO PRIMO

SCENA QUARTA   Clorideo solo.

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SCENA QUARTA

 

Clorideo solo.

 

 

Ha ragione, ha ragione

Il provido Timone, ed io pavento,

Se il mio nome disvelo e il mio destino,

Ch'ei ricusi di darla a un cittadino.

Peggio poi, s'egli arriva

A penetrar che il padre

Sposo d'Erminia mi volea forzato,

E che d'un nodo ingrato

Per isfuggir la dura pena amara,

Vita m'elessi al genio mio più cara.

Ma ahimè! spietato Amore

Vendica i torti suoi. Qua dove io spero

Della mia libertà godere il bene,

Trovo al misero cor lacci e catene.

 

Barbaro, ingrato Amore,

Fiera, crudel tempesta,

Empio, nel cor mi desta,

Mi porta a naufragar.

Numi, a chi darò mai

Il cor, gli affetti miei?

Voi lo sapete, o dei,

Quel che poss'io sperar. (parte)

 

 

 


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