Carlo Goldoni
Amor contadino

ATTO PRIMO

SCENA QUATTORDICESIMA   Stanza rustica interna dell'albergo di Timone, col focolare e foco acceso, sopra di cui vedesi la caldaia per cuocere i gnocchi; da un lato tavola per la cena, con sedie ed altri apprestamenti per la medesima.   Timone a sedere presso la tavola. Lena, che bada a cuocere i gnocchi. Ghitta a sedere da un altro lato, che monda i finocchi. Ciappo, che cava il vino e prepara le ciotole per bere. Fignolo, che ammannisce l'occorrente per la tavola.

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Stanza rustica interna dell'albergo di Timone, col focolare e foco acceso, sopra di cui vedesi la caldaia per cuocere i gnocchi; da un lato tavola per la cena, con sedie ed altri apprestamenti per la medesima.

 

Timone a sedere presso la tavola. Lena, che bada a cuocere i gnocchi.

Ghitta a sedere da un altro lato, che monda i finocchi.

Ciappo, che cava il vino e prepara le ciotole per bere.

Fignolo, che ammannisce l'occorrente per la tavola.

 

TIM.

Silvio non si è veduto?

GHI.

Non ancora.

TIM.

(Affé, non vedo l'ora

Di vederlo, e sentir che imbroglio è questo.

Sarebbe un bel birbante

Se richiesta mi avesse la figliuola,

E con altra costui fosse in parola). (da sé)

Badate se 'l vedete.

CIA.

Eh, verrà; non temete. (portando vino in tavola)

Non vi mettete in pena.

Silvio verrà per consolar la Lena.

LENA

Cosa parli di me? (venendo dal foco colla mestola in mano)

CIA.

Nulla; diceva

Che sarai consolata.

LENA

Essere io non voglio corbellata.

(torna verso il focolare, e si ferma alla metà della stanza)

CIA.

(Eh, son io il corbellato).

GHI.

Ciappo, vieni.

Vien da me, poverino.

CIA.

Sì, tu almeno

Sei più schietta di lei. (alla Ghitta)

LENA

Cosa dite fra voi de' fatti miei? (avanzandosi)

CIA.

Nulla.

TIM.

Via, bada a te.

Bada a cuocere i gnocchi. (alla Lena)

LENA

(Per mia ,

Ghitta l'ha ognor con me.

Mi perseguita sempre, e quel birbone

Sempre le ragione). Via di . (a Ciappo)

GHI.

Non le badar, Ciappino.

CIA.

I' vo' star qua. (alla Lena)

LENA

(Proprio mi viene la saetta). (arrabbiandosi)

FIGN.

Lena,

Bada a me, non a lui. (piano alla Lena)

LENA

Lasciami stare. (a Fignolo)

FIGN.

(Non lo vedi, che a Ghitta ei porta amore?) (come sopra)

LENA

Che importa a me? (Oh Ciappo traditore!) (da sé)

TIM.

Che si fa? non si cena?

A chi dich'io? Tu, Lena,

Fa che sien lesti i gnocchi.

Tu monda i tuoi finocchi. (alla Ghitta)

Prendi tu, Ciappo, il pan della dispensa.

Fignolo ad ammannir venga la mensa. (ciascheduno fa la sua incombenza)

 

Quando l'ora è della cena,

Aspettar mi reca pena.

È de' vecchi il sol diletto

Star in letto, - e masticar.

FIGN.

Qua il padrone, e qua la Lena; (mettendo le salviette)

E quest'altro è il posto mio.

CIA.

Signor no, ci vo' star io.

GHI.

Tu hai da star vicino a me. (a Ciappo, alzandosi)

LENA

State pur dove vi aggrada,

A me so che non si bada.

Date qui la mia salvietta, (prende la salvietta e si ritira)

Che soletta - io mangierò.

TIM.

Vien qui, Lena. Dove vai?

FIGN.

Cosa è stato?

CIA.

Che cos'hai?

GHI.

Non badate a quella pazza.

LENA

Ciascheduno mi strapazza,

Non mi ponno più veder. (piangendo)

TIM.

Figlia mia.

LENA

Mi crepa il core.

CIA.

Lena bella. (con tenerezza)

LENA

Traditore. (a Ciappo)

TIM.

Traditor? Perché l'hai detto?

Ah, se a Ciappo porti affetto,

Dillo al padre, o figlia mia.

LENA

Vado via, non posso star.

TIM.

Di' se l'ami. (trattenendola)

LENA

Messer no. (a Timone)

TIM.

Vuoi tu Silvio? (alla Lena)

LENA

Non lo vo'.

CIA.

E il tuo Ciappo? (alla Lena)

LENA

Taci un po'. (a Ciappo)

FIGN.

Se un famiglio non vi spiace,

Io la Lena prenderò. (a Timone)

GHI.

Caro padre, se vi piace,

Io Ciappino sposerò.

LENA

Ah, mi sento venir meno;

Ah, mi manca il cor nel seno.

Più resistere non so. (sviene)

TIM.

Acqua fresca; presto, presto.

CIA.

Son qua pronto. (prende l'acqua dalla tavola)

FIGN.

Son qua lesto.

GHI.

(Il suo mal conosco e so). (da sé)

TIM.

Mi dispiace della Lena,

Mi dispiace della cena,

Che risolvere non so.

LENA

Dove sono? Voi chi siete? (rinviene)

TIM.

Son tuo padre.

CIA.

Son Ciappino.

LENA

Ti conosco, malandrino,

Sei un lupo, che le agnelle

Meschinelle - vuoi rapir. (a Ciappo)

TIM.

Ahi, delira.

CIA.

Poverina!

FIGN.

Via, Lenina.

GHI.

Sorellina. (scherzando)

LENA

Lupi, cani, quanti siete,

Mi volete - divorar.

 

 

TUTTI, fuor che la LENA

 

 

Presto, presto, la ragazza

Perde il senno, divien pazza.

TIM.

Sangue, sangue.

GHI.

Corda, corda.

 

 

TUTTI

 

 

Presto a letto, poverina,

Conduciamola di ;

È una buona medicina

Dal suo mal la guarirà.

LENA

No, non voglio. Via di qua.

 

 

 


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