Carlo Goldoni
Amor contadino

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA   Erminia e Timone

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SCENA SETTIMA

 

Erminia e Timone

 

ERM.

Gente male educata

Non può meglio parlar.

TIM.

Mi maraviglio

Che pensiate così. Fra noi, gli è vero,

Coll'arte e cogli studi

Mascherar la virtù non si procura,

Ma la semplice amiam schietta natura.

Noi colle cerimonie

Non sappiamo adular. Da noi non s'usa

Dar col labbro il buon giorno, e poi col cuore

Trista notte augurar; giurare affetto,

E covare nel sen l'odio e il dispetto.

Noi siam genti villane,

Ma al pan diciamo pane.

E siam genti onorate,

E i' son padrone, e posso dirvi: andate.

ERM.

Sì, me n'andrò, ma forse

Vi pentirete un

D'aver meco così trattato a torto,

Poiché l'onte e gl'insulti io non sopporto.

TIM.

Oh, questa sì ch'è bella.

Ho a tollerar l'intrico?...

 

ERM.

Basta così, vi dico:

Non replicate ancor.

Se m'avvilisce amor,

L'onte soffrir non voglio.

Quell'indiscreto orgoglio,

No, tollerar non so.

Tremi quel core audace,

Che ha l'ire mie destate.

Perfidi, voi tremate.

Sì, vendicarmi io vo'. (parte)

 

 

 


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