Carlo Goldoni
Amor contadino

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   Erminia ed il suddetto.

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SCENA SECONDA

 

Erminia ed il suddetto.

 

ERM.

Ah destino inumano!

Cerco, ricerco invano

Da' villici indiscreti

Chi m'accolga pietoso e chi m'aiuti;

Non riscuote il pregar ch'onte e rifiuti.

Questo è l'albergo indegno,

Fonte ria del mio sdegno.

Quivi son io forzata,

Fin che in dolce sopor ciascun riposa,

Passar l'umida notte all'aure ascosa.

Barbaro Clorideo, per tua cagione

Soffrodure pene... (va cercando da sedere, e ritrova un sasso)

Ecco un aspro sedil. Soffrir conviene. (siede)

 

Stelle ingrate ai cuori amanti,

Quando fine avranno i pianti?

Quando pace avrà il mio cor?

CLOR.

Crudo fato, avversa sorte!

Dammi pace, o dammi morte,

Ché inumano è il tuo rigor.

 

ERM.

Parmi di sentir gente.

CLOR.

Ahimè, qualcuno io sento.

ERM.

Ah, mi palpita il cor.

CLOR.

Tremo e pavento.

ERM.

Meglio fia assicurarmi. (s'alza)

CLOR.

Ah, non m'inganno. (veggendo moversi Erminia, s'alza)

ERM.

Chi sarà?

CLOR.

Chi fia mai?

ERM.

Novello impegno.

CLOR.

S'avvicina.

ERM.

S'accosta.

CLOR.

Audace! (scopre Erminia)

ERM.

Indegno! (scopre Clorideo)

CLOR.

Sazia non sei di tormentarmi ancora?

ERM.

No; si plachi il tuo core, oppur si mora.

CLOR.

Lasciami.

ERM.

Nol sperar.

CLOR.

Perfida!

ERM.

Ingrato!

 

 

 


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