TIM.
|
Che rumore? Chi è qui? Che
cosa è stato?
Siete qui nuovamente? (scoprendoli)
Vattene, impertinente. (a
Clorideo)
E voi, andate via: (ad
Erminia)
Io non voglio rumori in casa
mia.
|
CLOR.
|
E avrete cuor sì fiero
Di volermi ramingo a notte
oscura?
|
ERM.
|
Nemico di natura,
Nemico di pietà sarete a segno
D'usar con donna un
trattamento indegno?
|
TIM.
|
Lo sa, lo sa costui,
Se pietoso gli fui. Se non
vedessi
Che vi fosse fra voi sì fatto
imbroglio,
Vi userei la pietà che usare
io soglio.
|
CLOR.
|
Per te, crudel. (ad Erminia)
|
ERM.
|
Per tua cagion, spietato. (a Clorideo)
|
TIM.
|
(Mi duole il cor di comparire
ingrato). (da sé)
Figliuoli, io parlo schietto:
Cibo, ricovro e tetto
V'offrirei fra le mie povere
soglie,
Se foste in carità marito e
moglie.
|
CLOR.
|
Ah, la Lena, signor?
|
TIM.
|
Figlio, la Lena
Non è per te. Scoperto ho
qualche cosa:
Veggo ch'è innamorata,
E ad altri nel cuor mio l'ho
destinata.
|
CLOR.
|
Misero me!
|
ERM.
|
Crudele!
M'odii così che ognuna,
Fuor ch'Erminia, può far la
tua fortuna?
|
TIM.
|
Oh povera ragazza!
Mi move a compassion. Che
trovi in lei,
Che la guardi con odio e con
dispetto?
Non ha forse un bel garbo e un
bel visetto?
|
CLOR.
|
Non odio il di lei volto,
Non spregio il di lei cor.
Noto è ad Erminia
Che amo la libertà, che mia
delizia
Sono i boschi e le selve, e
ch'io non voglio
Per lei soffrir dei cittadin
l'orgoglio.
|
TIM.
|
Bravo; ti lodo, e veggo
Che pensi giusto. E voi,
s'egli vi preme,
Con lui venite ad abitare in
villa,
Che vivrete quieta e più
tranquilla. (ad Erminia)
|
ERM.
|
Cieli! per viver seco
Basterebbemi ancora un antro,
un speco.
|
TIM.
|
Senti? Rendi giustizia
A un sì tenero amor.
|
CLOR.
|
Deh, pria lasciate
Che intiepidisca, o che
distrugga amore
Quella fiamma fatal che m'arse
il cuore.
|
TIM.
|
Ha ragione, ha ragion.
Soffrite un poco. (ad Erminia)
Arderà al nuovo foco. Orsù,
non voglio
Che più raminghi andate.
In casa mia restate. Ma,
intendiamoci,
Non nello stesso sito,
Fin che non siete ancor moglie
e marito.
Tu andrai sopra il fenile; (a
Clorideo)
Al sesso femminile
Devesi più riguardo e più
rispetto:
Sì, di buon cor vi cederò il
mio letto. (ad Erminia)
Son contentissimo, ve lo protesto,
Quando al mio prossimo posso giovar.
Se il cielo provido ci dà del bene,
La gratitudine si deve usar.
Pacificatevi, e poi sposatevi,
E poi servitevi come vi par. (parte)
|